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Il giorno 15 maggio 2021 è arrivato e già superato. Un’occasione d’oro per le app di messaggistica istantanea concorrenti di WhatsApp. Telegram non si è lasciata scappare questa opportunità. Infatti in questi ultimi giorni si è giocata una guerra incredibile. Uno scontro all’ultimo tweet innescato proprio da Telegram ai danni di WhatsApp. Ne è seguito un botta e risposta. Chi dei due sarà uscito vincitore? Scopriamolo insieme e vediamo quali sono stati i colpi serrati che si sono inflitte le due app.

 

WhatsApp: tutto è partito da un tweet davvero poco carino sul suo conto

WhatsApp stavolta si può definire la vittima di un tweet simpatico, ma davvero poco carino. Come si può notare dal post che riproponiamo qui sotto Telegram in una cronologia storica ha rappresentato l’evoluzione dell’icona del famoso cestino di Windows. Peccato che su quello del 2021 è apparso il logo di WhatsApp sul fronte e Facebook letteralmente buttano nel “bidone della spazzatura”.

La risposta non si è fatta attendere. La contraerei del Gruppo Facebook ha sferrato un post davvero incredibile. Argomento: Telegram non abilita la crittografia end-to-end di default nelle sue chat. Ovviamente il destinatario dell’accusa ha risposto allo stesso tweet elencando 3 punti postando lo screenshot di questo esilarante messaggio che avrebbe inviato proprio dall’app di WhatsApp.

  1. Apple può accedere a questa chat perché il backup delle stesse viene effettuato su iCloud“;
  2. Google può accedere alle chat perché il backup delle stesse viene effettuato su Google Drive“;
  3. WhatsApp può accedere a questa chat perché possiamo ripristinarla utilizzando il nostro numero di telefono“.

 

Il gran finale

È stato uno sviluppatore a correre in soccorso di WhatsApp rispondendo al tweet di Telegram in tono tecnico. La smentita di quest’ultima accusa quindi l’ha pubblicata Alessandro Paluzzi che semplicemente ha sottolineato una cosa. Google e Apple non potrebbero mai accedere alle chat degli utenti perché non hanno la chiave crittografica.

Insomma, una guerra all’ultimo tweet dalla quale però, in perfetto stile “ribaltone” ad uscirne vincitore è stata proprio l’app del Gruppo Facebook e non Telegram. Una rivincita in questi giorni davvero duri per lei. Ovviamente le modalità con cui sta obbligando gli utenti ad accettare le nuove condizioni sulla privacy sono alquanto discutibili. Così come discutibile la decisione stessa di limitare alcune funzioni WhatsApp a chi non ha da subito accettato le nuove politiche dell’app.

FONTEmobileworld
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