Uno dei principali temi in merito alla lotta al coronavirus è senza dubbio la diagnosi, riuscire a verificare subito la positività o meno di un paziente, è un passo fondamentale, soprattutto quando si tratta di prevenzione, dal momento che i pazienti positivi asintomatici, sono la percentuale più ampia di soggetti che contribuisce, involontariamente ovviamente, alla diffusione virale.

A quanto pare GE ha intenzione di portare un rinnovamento dal punto di vista della diagnosi e soprattutto della prevenzione, ha messo infatti a cantiere un progetto per la realizzazione di un sensore integrabile con smartphone e dispositivi indossabili, in grado di rilevare la presenza del coronavirus nell’aria degli ambienti che frequentiamo, il progetto è finanziato dal National Institutes of Health.

Array di biosensori

“Gli strumenti a disposizione per rilevare il SARS-CoV-2, richiedono una preparazione specifica del campione insieme a costose apparecchiature di laboratorio per ottenere risultati accurati, l’obiettivo di questo progetto è creare un array di sensori che possano catturare, rilevare e identificare le particelle di virus con un basso tasso di falsi positivi” spiega in una nota ufficiale GE.

Per lo sviluppo di questa soluzione, GE ha pensato all’utilizzo di nuovi biorecettori multifunzionali, sviluppati e calibrati per individuare un virus specifico o altre sostanze biologiche, il tutto da montare poi su superfici integrabili con smartphone o dispositivi indossabili, ma non solo.

GE punta anche allo sviluppo di un processo produttivo a basso costo, che consenta una diffusione massiva dei dispositivi, in modo da creare una fitta rete di rilevazioni utili alla lotta al coronavirus.

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