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In questo periodo di post lockdown l’Italia sta attraversando un periodo certamente molto particolare, infatti l’emergenza Coronavirus ha lasciato numerosi strascichi sia da un punto vista sanitario che economico, questo dal momento che il blocco totale della macchina produttiva del paese ha certamente comportato numerose perdite di fatturato per lo Stato.

Ovviamente a fronte di questo contesto, il Governo ha iniziato a ingegnarsi e a passare al vaglio numerose idee per poter rinvigorire le casse dello stato e offrire così anche più sostegno al popolo che certamente non gode di serenità dopo tale periodo.

Fra le tante idee messe ad analisi, una in particolare ha ricevuto molti consensi seppur basata su un concetto oramai antiquato, parliamo della Tassa Patrimoniale, da applicare direttamente nel conto corrente dei contribuenti in base ovviamente ai redditi.

La patrimoniale non tornerà

Nonostante i numerosi consensi acquisiti in sede governativa, la tassa patrimoniale non tornerà ad appesantire i nostri portafogli, per un serie di motivi, in primis va considerata infatti la presenza di tassazioni simili, come ad esempio l’IMU, che altro non è che una tipologia di patrimoniale.

A ciò poi bisogna aggiungere anche un piccolo ragionamento da fare a priori, ovvero, in questo periodo in cui l?italia ha bisogno di attirare a se tutti i propri capitali, un’eventuale tassazione proprio su di essi, altro non farebbe che stimolarne la fuga verso paradisi fiscali, cosa di cui la nostra penisola certamente ora non ha bisogno.

In ultima istanza c’ anche da tenere in considerazione il ricorso al recovery fund a cui l’Italia si è appellata, il quale le garantirà l’erogazione e quindi l’immissione in circolo di ben 209 miliardi di euro, i quali faranno certamente bene alla nostra nazione, allontanando ulteriormente il rischio di una tassa patrimoniale.

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