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Cosa accadrebbe se la moda rendesse le proprie sfilate, uno spazio virtuale? Si tratta di una strategia che in questo periodo è venuta in mente a molte persone. La Realtà Virtuale potrebbe essere una di queste soluzioni (VR), come anche la Realtà Aumentata (AR). La tentazione di usare tecnologie simili per rendere più interessante una sfilata è forte. Sviluppare una modalità del genere, potrebbe raggiungere segmenti di mercato molto più ampi, privi di limitazioni di tempo e spazio.

Moda, ecco alcune dritte importanti

Si sono infatti verificati tentativi di questo tipo anche da prima del Coronavirus. Sono venuti a crearsi servizi appositi per le prove virtuali, specchi in AR che rendono possibile vedersi riflessi con l’abito desiderato, oppure sfilate virtuali. Nel 2015 è stato presentato da Dior un headset stampato in 3D con cui entrare nei backstage delle sfilate. Dior Eyes è stato sviluppato da DigitasLBi Labs ed è in grado di creare un’esperienza totalmente immersiva. L’idea è di concedere a più persone di conoscere i più prestigiosi backstage nel mondo. Nel 2017 la Fashion Week di New York permette ai partecipanti di essere presenti virtualmente alle presentazioni di Milano tramite la sezione VR chiamata Dreaming of Italy. Per l’appunto, venivano mostrate le sfilate milanesi della settimana prima, attraverso i caschi di Samsung.

L’orientamento sembra essere quello di sviluppare pratiche e tecnologie che diventeranno utili anche dopo i virus. Tutto questo potrebbe essere utile a creare un sistema industriale ibrido. Proprio come fa XCommons, una piattaforma sperimentale di Shanghai che lavora insieme al rivenditore multimarca ICY. Quest’ultimo ha ospitato ad aprile una vetrina in VR chiamata Parallel Reality. Le etichette di moda cinese Xu Zhi, Andrea Jiapei Li e Roderic Wong hanno lavorato con gli artisti digitali di InterCreative United, nota per l’uso creativo di computer graphics e videoinstallazioni artistiche.

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