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L’ormai conosciuto Covid-19 (Coronavirus), virus pandemico ad alta facilità di contagio, ha scaturito un gran numero di cambiamenti e conseguenze nel mondo. Innanzitutto per limitarne gli effetti disastrosi, la popolazione è stata costretta a rimanere in casa per un tempo lungo più di 2 mesi. Inoltre ha portato la chiusura temporanea dei negozi di ogni genere. Ciò ha dunque condotto le persone ad effettuare acquisti online determinando un boom dell’eCommerce. Le grandi compagnie di trasporti internazionali come TNT, UPS o DHL hanno ovviamente tratto un vantaggio superiore. A rimetterci invece sono state le aziende più piccole, specializzate nel B2B (business to business), ossia nelle consegne a imprese e negozi. Secondo le valutazioni di Confetra, la confederazione dei trasporti e della logistica, la perdita di fatturato è arrivata al 70% solamente nel primo mese di quarantena.

Coronavirus: le parole di Enzo Solaro, segretario generale di Fedit

L‘Istat (Istituto Nazionale di Statistica) ha rilevato una crescita del 20,7% dell’eCommerce nel mese di marzo; Poste ha consegnato il 15% in più di pacchi nel trimestre, e per la GDO e i prodotti di largo consumo il trend è stato +144% dall’inizio dell’emergenza. L’eCommerce Netcomm Forum conferma 2 milioni di nuovi consumatori online in Italia da inizio anno.

Come afferma però Enzo Solaro, segretario generale di Fedit: “Oggi aziende che facciano esclusivamente B2B o B2C non esistono, almeno per quanto riguarda le grandi. Fanno entrambe le cose. E il comparto dei corrieri ha perso valore, mediamente in entrambi i casi. C’è stato un aumento dei pacchi da consegnare, certo, ma questo non sempre ha corrisposto a un andamento positivo del conto economico” e aggiunge: “Le consegne business sono un mercato pregiato, più profittevole, perché la merce ha un volume e un peso diverso, e da questo dipende la tariffa di spedizione”

La quota di mercato italiana resta comunque tra le più basse dell’Unione europea, dopo Bulgaria, Cipro, Grecia e Romania, con il 12%.

Ci vorrà però ancora del tempo per determinare la percentuale esatta. Solaro spiega: “Per capire se la quota di mercato aumenterà significativamente bisognerà aspettare maggio e giugno, con la riapertura dei negozi, vedere quanto si tornerà nei luoghi fisici o meno. Se dovessi fare una previsione sull’anno, penso che nel 2020 quel 12% sarà superato”.

 

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