bluetooth spia

Prodotti e software all’avanguardia non sempre sono esenti da falle, soprattutto quelli inseriti negli smartphone, le quali vengono sfruttate dagli hacker a proprio vantaggio per rubare dati personali e agire illegalmente. Attraverso l’installazione di piccoli malware tramite Bluetooth, i malintenzionati riescono a trasformare il vostro telefono in un punto di accesso alla vostra vita privata, ai soldi e ai contatti da infettare nella rubrica.

La falla risiede in questo caso proprio nella connettività bluetooth, la quale su smartphone come Xiaomi, Huawei e Samsung rendeva possibile l’accesso e il controllo del dispositivo da remoto. La sicurezza delle varie piattaforme di connettività è di primaria importanza, e alcuni produttori di software hanno già deciso di porre rimedio.

Migliaia di smartphone Huawei, Xiaomi e Samsung spiati dal Bluetooth

In particolare Google ha denominato la falla sul Bluetooth con il codice CVE-2020-0022, la quale permetteva su sistemi Android 8.1 Oreo e 9.0 Pie di eseguire un codice in remoto senza l’interazione dell’utente.

Dal momento che la falla permette l’esecuzione di un codice con privilegi amministrativi da remoto, la sola conoscenza del mac-address Bluetooth del dispositivo di destinazione bastava a renderlo la porta per ogni informazione del proprietario. Ovviamente per essere sfruttato tale bug necessitava della vicinanza fisica tra malintenzionato e vittima: un mix letale ma decisamente improbabile.

Il problema su Android 10 non è più esistente, ma è lecito chiedersi quali siano gli smartphone coinvolti con i precedenti sistemi Google che ancora sono in pericolo:

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