Come tutti sapranno, il 26 aprile del 1985 a Chernobyl, una città facente parte dell’Ucraina, avvenne un terribile incidente nucleare, un’esplosione che causò danni immensi in tutta quell’aria, di cui ancora oggi purtroppo si scontano le conseguenze e la quale creò problemi anche in Europa. Molta gente morì in quel disastro, molta invece a causa dei tumori provocati dalle radiazioni provenienti dalla fabbrica nucleare, sia allora, che nelle generazioni successive. L’area centrale coinvolta all’epoca, è tutt’oggi abbandonata, ma dei droni hanno ispezionato la zona per vedere quale sia la situazione attuale da quelle parti.

Cosa rimane di Chernobyl oggi e cos’altro sappiamo della faccenda

Le cause da attribuire all’incidente furono una serie di considerazioni errate da parte dei tecnici che lavoravano all’interno dell’impianto e i quali cercarono di alimentare la potenza del reattore 4 dell’impianto sovraccaricandolo al punto tale da causare una reazione a catena di incidenti che condussero poi all’esplosione. Le barre in grafite presenti all’interno del reattore entrarono in contatto con l’idrogeno dell’acqua che si trovava all’interno del raffreddamento della turbina causando appunto lo scoppio.

Nella fatidica zona di esclusione, la sopracitata zona ancora oggi isolata e non accessibile a nessuno, che possiede un raggio di circa 13 km (piuttosto ampia, direi), sono stati inviati una serie di droni i quali erano stati in precedenza equipaggiati con degli spettrometri in grado di rilevare i raggi gamma al fine di scoprire la quantità di radiazioni ancora oggi presenti in quell’area. A quanto pare, dopo 33 anni, la contaminazione di tutta la zona è ancora forte, pertanto passeranno ancora degli anni prima che sia possibile accedervi.

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