truffa enel contatori manomessi

Come succede per altre truffe effettuate storicamente ai danni di distributori di ogni tipo di servizio, anche quelle relative a luce e gas si sono ripetute nel tempo, adeguandosi di volta in volta alle nuove tecnologie che le aziende mettevano in atto per evitare di essere frodate. Per quanto riguarda la corrente elettrica per esempio, si è passati dagli allacci abusivi alle rete degli anni ottanta ai moderni software dedicati agli attuali contatori telegestiti delle compagnie erogatrici. Nel mezzo ci sono state via via truffe sempre più ingegnose per non pagare la corrente o per vedersi ridotta la bolletta di fine mese come, per esempio, la calamita che rallentava il vecchio disco nero magnetico che girando registrava i consumi. Un altro metodo ritenuto ormai obsoleto era il negativo che si usava per sviluppare le fotografie, inserito con una tecnica apposita rallentava il magnete che registrava i consumi. Ad oggi le aziende erogatrici si sono notevolmente evolute, immettendo contatori elettronici telecontrollati da apposite centrali. Ci sono tuttavia tecniche moderne appositamente studiate dai truffatori, in grado di ridurre in maniera fraudolenta i consumi. Come ad esempio apporre una resistenza a questi nuovi contatori per rallentarne il regolare conteggio del consumo.

 

Il furto di corrente è un reato penale

 

I controlli sempre più frequenti effettuati dalle compagnie erogatrici, possono mettere nei guai l’occasionale ladruncolo di corrente. Inizialmente con una denuncia civile con cui l’azienda può richiedere il pagamento arretrato di tutte le mancanze derivanti dalla frode, con un conteggio basato sullo storico e sul presunto può presentare un conto davvero salato. L’azienda erogatrice può anche presentare in sede civile un ulteriore richiesta di indennizzo per il danno ricevuto. Successivamente si aprirà anche una denuncia penale per furto aggravato. Il furto di corrente elettrica e’ punito in base all’articolo 624 e 625 del codice penale e prevede una pena fino a 6 anni di reclusione. Pratiche illegale quindi, rese sempre più individuabili con l’immissione di mezzi tecnologici da parte delle aziende che, ormai sul piede di guerra, sono sempre più alla ricerca di chi cerca con ogni mezzo di truffarle.

 

 

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