risparmiometro-attivo

Dopo il parziale congelamento del Risparmiometro dei mesi scorsi ritornano i controlli sui conti correnti, le carte prepagate e le carte di credito dei contribuenti. L’incubo di evasori è tornato finalmente in funzione e dal 2020 potrebbe diventare il mezzo ufficiale per combatterli.

Si allarga quindi il retaggio dell’Agenzia delle Entrate che mediante il suo potente algoritmo controllerà tutti i depositi dei cittadini, anche le carte prepagate. Purtroppo non si salveranno nemmeno i risparmi che in caso di mancato prelievo saranno oggetto di accertamenti. Come già avveniva in passato inoltre sarà studiato il tenore di vita del contribuente per scovare eventuali fonti di reddito non dichiarate.

Risparmiometro: per gli evasori fiscali non ci sarà più scampo

Tra pochi giorni un incontro tra l’Agenzia delle Entrate e il Ministero dell’Economia deciderà le sorti del Risparmiometro. Durante la riunione del 12 novembre si deciderà se terminare o meno la fase di sperimentazione dell’algoritmo sulle persone fisiche e si definiranno gli obbiettivi da raggiungere entro il 2021.

L’anno definitivo per la lotta all’evasione dovrebbe essere il 2020. Dovrebbe infatti mettersi in moto la macchina delle verifiche, guidata da Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. L’obbiettivo sarà controllare ogni fonte di reddito ed ogni deposito a partire dalle carte prepagate. Per ottemperare al suo compito il Risparmiometro potrà contare su una banca dati fornitissima, la superanagrafe.

Per chi non lo ricordasse l’algoritmo anti evasione venne introdotto nel 2011 con il Decreto salva Italia, ma riuscì a partire definitivamente solo l’anno scorso. Lo scopo è quello di determinare eventuali fonti di lavoro non dichiarate, spesso illecite. Se la differenza tra risparmi e spese superasse il 20% scatterebbe subito l’occhio digitale del Risparmiometro.

Una volta partiti i controlli si verrebbe convocati da un funzionario del Fisco, con la richiesta di prove documentali delle proprie attività. Qualora la documentazione non fosse sufficiente si potrebbe pensare ad un eventuale attività illecita e partirebbero definitivamente le verifiche.

FONTEmoney
Articolo precedente3G addio: TIM, Wind Tre, Vodafone e Iliad potrebbero spegnerlo
Articolo successivoIliad: utenti condannati a rinunciare all’app, intanto c’è la promo Giga 50