rete 5G cosa cambia

Come sappiamo, nell’economia dello sviluppo della rete 5G saranno TIM e Vodafone le prime a condividere le rispettive tecnologie e strutture per fornire la connettività di quinta generazione ai loro clienti.

A livello pratico, le reti 5G propongono una tecnologia aggiornata del 4G con nuove frequenze radio, sistemi di codifica, multiplazione e correzione degli errori. Tra le primarie applicazioni della rete ci sono i servizi digitali offerti dagli operatori di telecomunicazioni in partnership con le varie aziende del settore, le pubbliche amministrazioni, le imprese e altri soggetti.

Di base, quindi, le reti 5G useranno versioni ottimizzate delle tecniche di trasmissione attuali con una modulazione di frequenza a multi-portante migliorate e i cosiddetti codici polari. Questi ultimi sono stati inventati dal turco Arikan e sono il primo sistema al mondo di codifica dei canali che invia i dati quasi al massimo della velocità consentita mantenendo un tasso di errore vicino allo zero. Arikan ha anche ringraziato gli ingegneri di Huawei, facendo notare come senza la loro collaborazione le sue idee non sarebbero potute diventare realtà in soli 10 anni di ricerca.

 

5G: cosa cambia nelle frequenze Tim, Wind, Tre e Vodafone

Detto che il 5G usa uno spettro delle frequenze diverso e non impiegato dal 4G per la trasmissione dei dati su rete mobile, ovvero dai 24 GHz a salire, la lunghezza d’onda però si fa più breve. Quindi è meno lunga e penetrante delle  frequenze basse, ma è anche vero che le operazioni di modulazione avvengono a velocità incredibili. Ovviamente la velocità di tutte le emissioni elettromagnetiche intesa come lo spazio percorso nell’unità di tempo è sempre la stessa a prescindere dalla frequenza.

Oltre alla scarsa penetrazione di eventuali ostacoli, la trasmissione su alte frequenze è molto più vulnerabile alle cattive condizioni del meteo, con la ricezione dei dati che può diventare difficoltosa se non impossibile. Per questo, si è progettato che le reti 5G possano usare un meccanismo chiamato Adaptive Beam Switching che consentirà ai dispositivi di cambiare rapidamente la banda di frequenza scegliendo quelle che, in tempo reale, si dimostrano più affidabili ed efficienti.

Nell’assegnazione delle frequenze all’asta dello scorso settembre 2018, le reti di telefonia mobile di quinta generazione si svilupperanno nelle bande 700/3.700 MHz e 26 GHz e, per ora, si è solo ventilata l’ipotesi di sfruttare le bande da 30 a 300 GHz per l’uso delle già teorizzate onde millimetriche MIMO.

Quindi le frequenze assegnate dal MiSE saranno utilizzate TIM, Vodafone, Wind Tre e Fastweb per ora solo nelle metropoli ad alta densità di traffico, oppure negli stadi o negli impianti industriali per fornire connettività a elevatissime prestazioni. Le frequenze oltre i 24 GHz saranno utilizzate per il 5G al fine di allestire le cosiddette piccole celle dislocate sul territorio. In questo modo si aumenterà il numero di antenne ma si ridurranno le emissioni nocive proprio per la natura poco penetrante delle onde 5G, permettendo al contempo di fruire di connessioni wireless fino a 10 Gbps.

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