credito

Una nuova serie di abbonamenti non richiesti e servizi aggiuntivi sono approdati sugli smartphone degli italiani: ovviamente questi hanno un costo e finiscono molto spesso col mangiarsi il credito residuo delle SIM. Come questi si attivino senza consenso è ancora un mistero o meglio, si conosce il modo, ma si ignora come possa essere ritenuto legale. Per fortuna, esiste una soluzione facile e sbrigativa per tutelarsi e non rimanere coinvolti in queste vere e proprie truffe. 

Due, tre, quattro euro a settimana: il credito residuo sparisce in un secondo

Bastano semplici click su una pagina come “10 cose che non sapevi”, visitare articoli come “I segreti di…”  o ancora chiudere una pubblicità per attivare un abbonamento a suonerie e giochi o servizi aggiuntivi come l’oroscopo. Il problema vero e proprio è che i clienti non vengono neanche notificati di tali attivazioni, rendendo il tutto più difficile. Addio sms di notifica!

Difatti, la problematica vera è propria è che si hanno solo 24 ore di tempo dall’attivazione per richiedere il rimborso. Passato questo lasso di tempo, chi di dovere potrà solo disattivare l’abbonamento senza risarcimento. Come ci si può tutelare, allora?

Beh, è molto semplice: questa procedura può essere utilizzata sia per risolvere un problema che per prevenire. Per difendersi da questo tipo di truffe sarà necessario contattare il proprio servizio clienti (TIM, Wind Tre o Vodafone) e chiedere aiuto contro problema. Una volta esposto il proprio pensiero in merito, si dovrà richiedere l’attivazione di un blocco totale che vi salvaguarderà da inconvenienti simili.

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