Google e la Cina, un amore mai sbocciato, lo sappiamo bene. Il Paese del dragone è molto protettivo circa le informazioni dei suoi cittadini, e in tal senso ha sempre impedito la fruizione dei servizi (completi) di Mountain View. D’altra parte, Google ritiene che le informazioni dovrebbero essere gratuite e che tutti dovrebbero avere accesso ai propri servizi gratuiti.

YouTube, Twitter e Facebook sono stati bloccati in Cina nel 2009 e Google Search è stato autorizzato a mantenere una versione altamente censurata tra il 2006 e il 2010. Dopo le pressioni del Comitato per le relazioni internazionali della Camera, Google ha rimosso la funzione di ricerca web; nelle ultime ore, però, sono stati diffusi alcuni documenti che indicherebbero un ritorno di Google Search in Cina nel prossimo futuro.

 

Google Search torna in Cina, ma censurato

Il colosso tecnologico sa quanto sia importante la Cina per il suo bilancio, quindi vorrebbe riprendere i suoi affari nel Paese Asiatico. Di recente la società di Mountain View ha aumentato il personale nella divisione delle operazioni hardware e poi ha annunciato un centro per l’intelligenza artificiale. Ora, un documento trapelato afferma che il gigante della tecnologia ha intenzione di riportare il proprio motore di ricerca in Cina – progetto chiamato “Dragonfly“. Naturalmente, sarà una versione censurata. Non saranno consentiti siti web e termini di ricerca relativi a diritti umani, democrazia, religione e proteste pacifiche.

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Gli ingegneri di Big G hanno persino due diverse applicazioni, una chiamata “Maotai” e l’altra chiamata “Longfei”. Queste applicazioni sono il tentativo di Google di dimostrare che è possibile adattarsi alle rigide leggi cinesi. Le stime dicono che le versioni definitive di queste applicazioni potrebbero essere lanciate nei prossimi 6-9 mesi. Noi, ovviamente, non mancheremo di aggiornarvi.

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