Google Assistant
Nel bene o nel male, Google Assistant può fare proprio tutto. Dai compiti banali come accendere le luci e impostare un promemoria, l’assistente dotato di intelligenza artificiale è talmente capace che in alcuni casi può fare anche paura. L’utente Alexander Reben ha per esempio insegnato a Google Assistant a sparare con una pistola.

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Fortunatamente, la vittima era una mela e non un essere vivente. Il comando per ordinare all’assistente di Big G di sparare è davvero semplice quanto inquietante: “OK Google, activate gun” che in italiano significa attiva la pistola. Appena un secondo dopo, la pistola spara e l’assistente risponde con la sua solita calma “Certo, attivo la pistola”.

 

Google Assistant può sparare con una pistola, basta chiederglielo

Il tutto è stato ripreso in un filmato della durate complessiva di 28 secondi, visibile in basso. Per realizzare l’esperimento, Alexander Reben ha utilizzato una pistola a gas, una presa intelligente TP-Link e l‘altoparlante smart Google Home. Ma non bisogna avere paura di Google Assistant.

Il motivo? Il creatore ha spiegato che anche Amazon Alexa può essere altrettanto bravo come pistolero. L’idea di utilizzare l’assistente di Google con una pistola parte dalle preoccupazioni di Reben sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale. E in questo caso specifico, Reben è il responsabile dell’azione perché colui che ordina di “attivare la pistola”.

Ma in un mondo in cui l’apprendimento automatico porterà l’intelligenza artificiale ad essere abbastanza intelligente da anticipare i nostri bisogni e soddisfare le nostre richieste cosa succederà? Non è difficile immaginare un giorno in cui gli assistenti digitali potrebbero uccidere le persone che ci turbano, se hanno accesso alle armi.

E in quel caso, chi sarà il responsabile delle morti? L’accesso all’intelligenza artificiale, dunque, è abbastanza complesso e andrebbe rivisto se non fosse che sistemi simili sono ormai presenti nelle nostre auto, in casi e in tanti altri posti al quali non abbiamo nemmeno pensato.

Possiamo chiedere alle aziende di assicurarsi che le loro tecnologie non possanocausare danni, ma è semplicemente impossibile prevenire ogni evenienza.

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