Tim, come più volte detto nel corso delle settimane, non sta passando un grandissimo momento. Le azioni stanno notevolmente diminuendo di valore, ma altri problemi si palesano all’orizzonte.

Tim, sta per diventare una succursale di Vivendi

L’azienda non sarà più una vera e propria società, ma può essere quasi considerata come una succursale di Vivendi, questo è quanto è emerso nelle ultime ore.

Andiamo con ordine, nei giorni in cui vi è stato l’addio di Flavio Cattaneo, Vivendi, nonostante detenga solamente il 23% delle azioni, ha fatto valere la propria posizione di superiorità sul resto degli azionisti. Il motivo è semplice, Tim è il nome ufficiale, ma se si legge tra le righe, abbiamo Direzione e Coordinamento Vivendi SA.

Questo, annunciato in un comunicato il 4 agosto 2017, indica chiaramente il controllo da parte della corrispondente realtà francese, seppur ufficialmente detenga solamente il 23% del totale. Il tutto è stato anche consolidato dall’ingresso in Tim di un dirigente di Vivendi, oltre che dalla nuova joint venture con Canal Plus.

Vivendi, quindi, detiene a tutti gli effetti il controllo su Tim, sebbene non sia effettivamente stato notificato al governo italiano. Per la nostra legge, non esiste il coordinamento, ma per controllare un’azienda è richiesta anche la detenzione della maggioranza delle azioni (se quotata in borsa, ovviamente).

Come si comporteranno i governi italiani e francese, al momento, non lo sappiamo. Non ci resta che attendere nuovi sviluppi, ma il futuro di Tim è sempre più difficile da capire.

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