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AKASO Seemor-200 il visore notturno con AI a colori che illumina la notte

Abbiamo provato il visore notturno AKASO Seemor-200 rimanendo sorpresi dalla qualità dell'immagine e dalle funzionalità che lo rendono ideale per qualsiasi tipo di utilizzo durante al notte dalla caccia all'osservazione della fauna.

26 Minuti lettura
AKASO Seemor ()

La notte ha sempre esercitato un fascino duplice sull’essere umano: un velo di mistero che nasconde e, al tempo stesso, un universo di possibilità che attende di essere svelato. Per secoli, abbiamo cercato di squarciare quel velo con torce, fuochi e lanterne, strumenti che illuminano ma che, inevitabilmente, alterano la scena, spaventando la fauna e denunciando la nostra presenza. La vera sfida non è portare la luce nel buio, ma imparare a vedere nel buio. È in questo solco che si inserisce la tecnologia di visione notturna, un dominio un tempo riservato a impieghi militari e scientifici, oggi sempre più accessibile a un pubblico di appassionati, cacciatori, escursionisti e addetti alla sicurezza.

In questo scenario tecnologico in rapida evoluzione, AKASO si è ritagliata uno spazio interessante, proponendo dispositivi che promettono prestazioni di alto livello a un prezzo aggressivo. L’ultimo nato in questa famiglia è l’AKASO Seemor-200, un binocolo per la visione notturna digitale che alza l’asticella delle specifiche nel suo segmento di mercato. Sulla carta, le promesse sono notevoli: registrazione video in 4K, un potente illuminatore a infrarossi e una versatilità d’uso che spazia dall’osservazione naturalistica alla sorveglianza.

Ma come si traducono queste specifiche nell’uso reale, sul campo, quando l’unica luce è quella della luna o, ancora peggio, quando non c’è neppure quella? Negli ultimi giorni ho messo alla prova il Seemor-200 in diversi contesti, dal giardino di casa ai sentieri boschivi in piena notte, per capire se si tratta di un vero game-changer o di un promettente contendente con ancora qualche spigolo da smussare. Questa non è solo l’analisi di una scheda tecnica, ma il racconto di un’esperienza diretta con uno strumento che ambisce a rendere l’oscurità un libro aperto. Partiremo, come sempre, dall’apertura della confezione, il primo contatto fisico con il prodotto. Attualmente è disponibile su Amazon Italia.

Unboxing

Il primo impatto con un prodotto passa inevitabilmente dalla sua confezione e dall’esperienza di unboxing. AKASO, con il Seemor-200, sembra aver compreso l’importanza di questo momento. La scatola, robusta e ben illustrata, trasmette una sensazione di cura e solidità. Al suo interno, ogni componente è alloggiato con precisione in un vano di schiuma preformata, un dettaglio non scontato che garantisce che il dispositivo e i suoi accessori arrivino a destinazione in perfette condizioni.

PXL AKASO Seemor

Estratto il corpo principale, la prima cosa che si nota è la custodia semirigida inclusa nella dotazione. È una scelta apprezzabile: non una semplice sacca in tessuto, ma una vera e propria case con cerniera, sufficientemente robusta da proteggere il binocolo da urti e graffi durante il trasporto in uno zaino. Al suo interno, troviamo il Seemor-200. Accanto ad esso, una serie di accessori essenziali che completano il pacchetto. C’è una cinghia da collo, non eccelsa per materiali ma funzionale, un panno in microfibra per la pulizia delle lenti, una scheda microSD da 32 GB (un’aggiunta gradita che permette di iniziare a usare il dispositivo fin da subito) e il cavo di ricarica USB-C. La presenza di uno standard di ricarica moderno è un punto a favore, che evita di dover portare con sé cavi obsoleti.

Completa la dotazione un manuale d’uso multilingua, chiaro e sufficientemente dettagliato per comprendere le funzioni di base. L’impressione generale è quella di un pacchetto completo, pensato per essere operativo out-of-the-box senza la necessità di acquisti supplementari immediati. Non c’è l’effetto “wow” di un prodotto premium, ma una solida e rassicurante sensazione di funzionalità. L’attenzione a includere una custodia di buona qualità e una scheda di memoria è un segnale di come AKASO punti a offrire un valore tangibile fin dal primo momento. Ora, è il momento di analizzare più da vicino il protagonista di questo unboxing.

Materiali, costruzione e design

Prendendo in mano l’AKASO Seemor-200, la sensazione è di un dispositivo solido, sebbene i materiali scelti tradiscano la sua fascia di prezzo. La scocca è realizzata interamente in materiale plastico, con una finitura opaca e leggermente gommata nelle zone di presa che migliora il grip e previene le ditate. Non abbiamo la sensazione di fragilità, anzi, l’assemblaggio è preciso, senza scricchiolii o punti deboli evidenti. Il peso, ben distribuito, si attesta su valori che lo rendono maneggevole anche per sessioni di osservazione prolungate, senza affaticare eccessivamente le braccia.

PXL AKASO Seemor

Il design è funzionale e privo di fronzoli estetici. La forma è quella classica di un binocolo, ma adattata per ospitare un unico grande obiettivo frontale e, al posto dei due oculari tradizionali, un ampio display LCD protetto da una conchiglia in gomma morbida che isola dalla luce ambientale. L’ergonomia è studiata: le mani trovano naturalmente la loro posizione e le dita raggiungono con facilità la pulsantiera, posta sulla parte superiore del corpo. I pulsanti sono sei, realizzati in gomma, con un feedback tattile netto e un “click” udibile che conferma l’avvenuta pressione. La loro disposizione è logica e, dopo pochi minuti di utilizzo, diventa istintivo regolare lo zoom, attivare la registrazione o accendere l’illuminatore IR anche al buio completo.

PXL AKASO Seemor

Frontalmente, spicca la grande lente dell’obiettivo, affiancata dal bulbo dell’illuminatore a infrarossi. La messa a fuoco è manuale e viene gestita tramite una generosa ghiera zigrinata posta attorno all’obiettivo, fluida e precisa nella regolazione. Sul lato inferiore, troviamo l’attacco a vite standard da 1/4″, indispensabile per montare il binocolo su un treppiede e ottenere immagini stabili, soprattutto durante le registrazioni video. Lo sportellino che protegge lo slot per la microSD e la porta USB-C è dotato di una guarnizione in gomma, un dettaglio che contribuisce alla certificazione IP65, la quale garantisce protezione contro polvere e getti d’acqua. Non è un dispositivo subacqueo, ma può essere usato senza timori sotto una pioggia leggera. Il design, nel complesso, privilegia la praticità e la robustezza all’eleganza, una scelta coerente con la sua destinazione d’uso.

Specifiche tecniche

Le caratteristiche dichiarate dall’AKASO Seemor-200 sono il suo principale biglietto da visita e lo posizionano in modo competitivo nel panorama dei visori notturni digitali consumer. Ho riassunto i dati più rilevanti nella tabella seguente per una consultazione rapida e chiara.

CaratteristicaSpecifica
SensoreSensore CMOS ad alta sensibilità
Risoluzione FotoFino a 12 MP (interpolati)
Risoluzione Video4K (3840×2160) @ 30fps, 2K, 1080p
DisplaySchermo TFT LCD da 3 pollici
Zoom Digitale8x
Obiettivof/1.2, messa a fuoco manuale
Illuminatore Infrarossi (IR)850 nm con 7 livelli di intensità
Portata Visiva (Buio Totale)Fino a 300-400 metri (dichiarati)
MemoriaSupporto microSD fino a 128 GB (32 GB inclusa)
BatteriaIoni di litio ricaricabile da 3200 mAh
ConnettivitàWi-Fi, porta USB-C
CertificazioneIP65 (resistenza a polvere e getti d’acqua)
Funzioni AggiuntiveTime-lapse, registrazione audio, App dedicata

Applicazione

Uno degli elementi che distingue l’AKASO Seemor-200 da molti visori più basilari è la sua connettività Wi-Fi e la presenza di un’applicazione dedicata, disponibile per dispositivi iOS e Android. L’app, denominata AKASO Aura è disponibile sul Google Play Store o App Store.

Una volta stabilita la connessione, l’applicazione offre tre funzioni principali. La prima è la visualizzazione in tempo reale (live view): tutto ciò che il sensore del Seemor-200 inquadra viene trasmesso in streaming sullo schermo dello smartphone. Questa funzione è estremamente utile in scenari di osservazione stazionaria. Ho trovato particolarmente comodo montare il binocolo su un treppiede puntato verso un’area di interesse (come una tana di animali o un punto di accesso) e monitorare la scena comodamente a distanza, senza dover tenere l’occhio incollato al display del dispositivo e riducendo al minimo i movimenti che potrebbero allertare la fauna. La latenza del segnale è presente ma contenuta, sufficiente per un monitoraggio ma non per seguire soggetti in rapido movimento.

La seconda funzione è il controllo remoto. Dall’app è possibile avviare e interrompere la registrazione video, scattare fotografie e accedere alle impostazioni principali del dispositivo, come la risoluzione e il livello di illuminazione IR. La terza, e forse più pratica, è la gestione dei file. Si può navigare tra le foto e i video salvati sulla scheda microSD, visualizzarli in anteprima e scaricarli direttamente sulla memoria del telefono per una condivisione rapida. Sebbene l’interfaccia dell’app sia piuttosto spartana e priva di fronzoli, la sua funzionalità è innegabile. Rappresenta un valore aggiunto concreto, che trasforma un dispositivo di osservazione personale in uno strumento di monitoraggio più versatile e collaborativo. Disponibile anche la funzionalità che permette di aggiornare il firmware.

Prestazioni e autonomia

Le prestazioni di un dispositivo portatile sono indissolubilmente legate alla durata della sua batteria. L’AKASO Seemor-200 è alimentato da una batteria ricaricabile agli ioni di litio da 3200 mAh, una capacità generosa che, nei miei test, si è tradotta in un’autonomia più che sufficiente per la maggior parte degli scenari d’uso. La variabile che incide maggiormente sui consumi è, prevedibilmente, l’illuminatore a infrarossi.

Durante le mie prove, ho delineato due profili di utilizzo principali. Con l’illuminatore IR spento, utilizzando il dispositivo al crepuscolo o in condizioni di luce ambientale sufficiente, l’autonomia è eccellente. Sono riuscito a superare abbondantemente le 5-6 ore di uso continuo, tra osservazione e brevi registrazioni. Questo lo rende un compagno affidabile per lunghe sessioni di birdwatching serale o per la sorveglianza in aree urbane parzialmente illuminate.

PXL AKASO Seemor

Lo scenario cambia radicalmente quando si attiva l’illuminatore IR nel buio più totale. Il consumo energetico aumenta in modo esponenziale al crescere del livello di intensità. Al livello minimo (1-2), utile per distanze brevi, l’autonomia si attesta intorno alle 3-4 ore. Spingendo l’illuminatore al massimo della sua potenza (livello 7), necessario per raggiungere le distanze maggiori, la durata della batteria scende drasticamente, assestandosi intorno ai 90-120 minuti di uso continuo. Questo è un dato cruciale da tenere a mente per le uscite notturne più lunghe: è consigliabile portare con sé un power bank, dato che il dispositivo può essere alimentato e ricaricato tramite la porta USB-C anche mentre è in funzione.

I tempi di ricarica da una fonte di alimentazione standard da 5V/2A sono ragionevoli, richiedendo circa 3-4 ore per un ciclo completo da zero. Le prestazioni generali del sistema sono buone: l’accensione è rapida, la navigazione nei menu è fluida e non ho riscontrato blocchi o rallentamenti durante le operazioni di registrazione. L’autonomia è, quindi, il suo punto di forza in condizioni di luce mista e il suo principale limite se si necessita della massima potenza IR per periodi prolungati.

PXL AKASO Seemor

Test

Per valutare le capacità reali dell’AKASO Seemor-200, ho condotto una serie di prove sul campo in tre scenari distinti, cercando di replicare le condizioni d’uso più comuni per un dispositivo di questo tipo. La metodologia si è basata sull’osservazione diretta e sulla registrazione di clip video e foto, analizzate successivamente su un monitor calibrato.

Scenario 1: Osservazione Faune Selvatica in Ambiente Suburbano

Il primo test si è svolto nel mio giardino e nelle aree verdi circostanti, in una notte con luna parziale e un certo inquinamento luminoso. L’obiettivo era identificare piccoli animali notturni come ricci e gatti. A distanze comprese tra 10 e 50 metri, il Seemor-200 si è comportato egregiamente. Con l’illuminatore IR impostato su un livello medio (3-4), i dettagli erano nitidi e il contrasto eccellente. La messa a fuoco manuale mi ha permesso di ottenere un’immagine perfettamente a fuoco sul soggetto, distinguendo chiaramente la trama del pelo di un gatto a circa 30 metri. La registrazione video in 4K ha catturato un livello di dettaglio sorprendente per un visore digitale, sebbene il rumore video diventi più evidente nelle zone d’ombra più profonde. Lo zoom digitale si è rivelato utile fino a 2x-3x; oltre questa soglia, l’immagine ha iniziato a sgranare visibilmente, perdendo molta della sua nitidezza.

Scenario 2: Escursione in Bosco con Buio Totale

Il secondo test, ben più impegnativo, ha avuto luogo su un sentiero boschivo in una notte senza luna, lontano da fonti di luce artificiale. Qui, l’illuminatore IR da 850 nm è stato messo a dura prova. Impostandolo al massimo livello (7), la portata effettiva si è rivelata notevole. Sono riuscito a distinguere chiaramente la sagoma di un albero a una distanza che stimo intorno ai 250 metri e a percepire il riflesso degli occhi di un animale (probabilmente un capriolo) a circa 150 metri. La qualità dell’immagine a queste distanze non è paragonabile a quella ottenuta da vicino: i dettagli si perdono e l’immagine appare più “piatta”, ma la capacità di rilevare la presenza e il movimento è indiscutibile. In questo contesto, il leggero bagliore rosso dell’illuminatore era visibile a occhio nudo se guardato direttamente, un fattore da considerare per l’osservazione di animali particolarmente diffidenti.

Scenario 3: Sorveglianza Perimetrale

L’ultimo test ha simulato un utilizzo per la sicurezza, monitorando il perimetro di una proprietà rurale. Montato su un treppiede, il Seemor-200 ha fornito una visione chiara e ampia di un viale di accesso lungo circa 100 metri. La possibilità di registrare video in loop (sebbene da gestire manualmente) e di monitorare la scena da remoto tramite l’app si è rivelata una combinazione vincente. La qualità del 4K permette, in fase di analisi dei filmati, di effettuare ingrandimenti digitali per identificare meglio eventuali dettagli, come il modello di un’auto o le caratteristiche di una persona. Il microfono integrato registra un audio di qualità appena sufficiente, utile per catturare suoni ambientali forti ma non per dialoghi o rumori deboli.

In sintesi, i test hanno confermato che il Seemor-200 eccelle nelle medie distanze (fino a 150 metri), dove la qualità dell’immagine e il dettaglio rimangono alti. La sua portata massima è notevole, ma a scapito della risoluzione effettiva. Lo zoom digitale è un’arma a doppio taglio, utile con moderazione.

Approfondimenti

 

Il sensore CMOS e la visione notturna digitale

Al cuore dell’AKASO Seemor-200 non c’è un tubo intensificatore di luce come nei visori analogici tradizionali, ma un sensore CMOS (Complementary Metal-Oxide-Semiconductor) ad alta sensibilità. Questa è la stessa tecnologia di base che si trova nelle moderne fotocamere digitali e negli smartphone, ma ottimizzata per operare in condizioni di luce estremamente bassa. Il principio di funzionamento è diverso: invece di amplificare i fotoni di luce esistente migliaia di volte, il sensore CMOS cattura la luce (visibile e infrarossa) e la converte in un segnale digitale, che viene poi processato e visualizzato sul display LCD. Questo approccio offre vantaggi significativi. Primo fra tutti, la capacità di registrare immagini e video digitalmente, salvandoli su una scheda di memoria. In secondo luogo, i visori digitali possono essere usati senza problemi anche di giorno, mostrando immagini a colori, a differenza dei visori analogici che si danneggerebbero se esposti a luce intensa. Infine, i costi di produzione sono notevolmente inferiori, rendendo la tecnologia accessibile a un pubblico più vasto. Lo svantaggio principale è la dipendenza quasi totale da una fonte di luce infrarossa attiva (l’illuminatore IR) nel buio assoluto, poiché il sensore, da solo, non può “creare” luce dove non c’è. Il risultato è un’immagine che, per quanto dettagliata, può talvolta apparire meno “organica” e più simile a un videogioco rispetto alla classica visione verde e granulosa dei sistemi analogici.

L’illuminatore a infrarossi (IR) da 850 nm

L’elemento chiave che permette al Seemor-200 di vedere nel buio più completo è il suo illuminatore a infrarossi. Questo dispositivo agisce come una torcia invisibile all’occhio umano. Emette un fascio di luce nella lunghezza d’onda di 850 nanometri, uno spettro che il sensore CMOS è in grado di rilevare ma che per noi è quasi impercettibile. La scelta di questa lunghezza d’onda è un compromesso strategico. La luce a 850 nm è estremamente efficace nell’illuminare a grande distanza, garantendo una portata notevole e immagini più brillanti e contrastate. È la soluzione ideale per chi ha bisogno di massimizzare la distanza di visione, come nella caccia a lunga distanza o nel monitoraggio di ampie aree. Tuttavia, ha un piccolo inconveniente: il diodo che emette la luce produce un debolissimo bagliore rosso, visibile se si guarda direttamente dentro l’illuminatore. Sebbene sia quasi irrilevante per molti usi, potrebbe allertare alcuni animali particolarmente sensibili o, in contesti tattici, rivelare la propria posizione. L’alternativa è la lunghezza d’onda di 940 nm, completamente invisibile ma con una portata e un’intensità inferiori di circa il 30-40%. La scelta di AKASO di implementare un potente illuminatore da 850 nm con 7 livelli di intensità regolabile conferisce al Seemor-200 una grande flessibilità, privilegiando la potenza e la portata massima.

La registrazione video in 4K: un vero valore aggiunto?

La specifica di punta dell’AKASO Seemor-200 è senza dubbio la capacità di registrare video in risoluzione 4K (3840×2160 pixel). In un mercato dove lo standard per i visori di questa fascia è spesso il 1080p, questa caratteristica rappresenta un notevole salto di qualità, almeno sulla carta. Ma è davvero utile? La risposta è sì, ma con alcune precisazioni. Un video girato in 4K contiene quattro volte il numero di pixel di un video in Full HD. Questo si traduce in un livello di dettaglio intrinsecamente superiore. Durante l’analisi dei filmati sul campo, la differenza è apprezzabile: le texture, i contorni dei soggetti e i dettagli ambientali sono più definiti. Questo è particolarmente vantaggioso in post-produzione, poiché consente di effettuare ritagli (crop) sull’immagine o di applicare uno zoom digitale senza una perdita di qualità drammatica come avverrebbe partendo da una risoluzione inferiore. Tuttavia, bisogna essere consapevoli che la qualità finale non dipende solo dalla risoluzione, ma anche dalla qualità del sensore e delle lenti. In condizioni di buio estremo, anche in 4K, il rumore digitale diventa un fattore limitante. Inoltre, i file video in 4K sono molto pesanti, riempiendo rapidamente la scheda microSD e richiedendo più potenza di calcolo per l’editing. In conclusione, il 4K è un valore aggiunto concreto e apprezzabile, che offre una flessibilità e un dettaglio superiori, a patto di essere consapevoli che non può fare miracoli e che richiede una gestione più attenta dello spazio di archiviazione.

 

Lo zoom digitale: tra utilità e compromessi

Il Seemor-200 è dotato di uno zoom digitale 8x. È fondamentale capire la natura di questa funzione per gestirne le aspettative. A differenza di uno zoom ottico, che utilizza un complesso sistema di lenti per ingrandire fisicamente l’immagine prima che raggiunga il sensore, lo zoom digitale è essenzialmente un ingrandimento software. Il dispositivo cattura l’immagine con il suo campo visivo nativo e poi, quando si attiva lo zoom, “ritaglia” una porzione centrale del sensore e la ingrandisce per riempire lo schermo. Questo processo comporta un’inevitabile e progressiva perdita di qualità. Nei miei test, ho trovato che lo zoom digitale del Seemor-200 è molto efficace fino a circa 2x o 3x. A questi livelli, l’ingrandimento è utile per identificare meglio un soggetto distante e la perdita di dettaglio è contenuta. Superata la soglia del 4x, l’immagine inizia a mostrare artefatti digitali, i bordi diventano frastagliati e la nitidezza cala drasticamente. A 8x, l’immagine risulta molto “pixellata”, utile forse solo per confermare la presenza di un oggetto molto grande, ma non per osservarne i dettagli. Il mio consiglio è di considerare lo zoom digitale come uno strumento di emergenza per l’identificazione, non come un modo per avvicinarsi realmente al soggetto. Per ottenere la massima qualità, è sempre preferibile registrare alla risoluzione più alta senza zoom e, se necessario, applicare un ingrandimento in post-produzione, dove si ha un controllo maggiore sul risultato finale.

 

Ergonomia e interfaccia utente (UI) sul campo

L’efficacia di un dispositivo da campo non si misura solo dalle sue prestazioni ottiche, ma anche dalla sua usabilità in condizioni difficili, come il buio totale e il freddo. Sotto questo aspetto, l’AKASO Seemor-200 presenta un quadro di luci e ombre. Il design ergonomico è un punto di forza: il dispositivo si impugna saldamente e i pulsanti superiori sono facilmente raggiungibili con le dita della mano destra. La loro forma e la spaziatura sono state pensate per un utilizzo “alla cieca”. Dopo la prima ora di utilizzo, sono stato in grado di accendere l’IR, regolare la sua intensità, scattare una foto e avviare una registrazione senza mai staccare l’occhio dal display. La ghiera della messa a fuoco manuale è ampia e fluida, operabile anche indossando guanti leggeri. L’interfaccia utente (UI) visualizzata sul display è semplice e funzionale. Le icone indicano lo stato della batteria, la risoluzione selezionata, il livello IR e lo spazio residuo sulla SD card in modo chiaro e non invasivo. Navigare nel menu delle impostazioni è altrettanto intuitivo, grazie a un sistema basato sui pulsanti freccia e OK. Un piccolo appunto riguarda la luminosità del display: anche al livello minimo, in condizioni di buio pesto, può risultare un po’ abbagliante e compromettere temporaneamente la visione notturna naturale dell’occhio non utilizzato. Sarebbe stata gradita un’impostazione “ultra-low” o una modalità a luce rossa per preservare l’adattamento al buio.

 

Gestione dei file e connettività

La flessibilità nella gestione dei file è un aspetto cruciale per un dispositivo che produce contenuti digitali, specialmente video in 4K. L’AKASO Seemor-200 offre tre modalità principali per accedere e trasferire i dati salvati sulla scheda microSD. La prima, e più tradizionale, è rimuovere la scheda dal dispositivo e inserirla in un lettore per computer. Questa è la via più veloce per trasferire grandi quantità di dati. La seconda opzione è collegare il binocolo direttamente a un computer tramite la porta USB-C. Il dispositivo viene riconosciuto come una memoria di massa esterna, permettendo di copiare i file senza dover estrarre la scheda. È una soluzione comoda, ma la velocità di trasferimento può essere inferiore rispetto a un lettore di schede dedicato. La terza e più moderna modalità è tramite la connessione Wi-Fi e l’app dedicata. Come accennato, l’app permette di visualizzare in anteprima e scaricare foto e video direttamente sul proprio smartphone o tablet. Questo metodo è ideale per trasferire rapidamente una o due clip da condividere sui social o via messaggio, ma si rivela lento e poco pratico per trasferire interi giga di registrazioni in 4K. La versatilità c’è, e copre quasi tutte le necessità. La scelta di adottare lo standard microSD, con supporto fino a 128 GB, garantisce inoltre un’ampia autonomia di registrazione, fondamentale quando si filma in alta risoluzione.

PXL AKASO Seemor

 

Il display TFT da 3 pollici: immersività e comfort visivo

A differenza di un binocolo tradizionale, dove si guarda attraverso un sistema di lenti e prismi, con l’AKASO Seemor-200 si osserva uno schermo. Il dispositivo monta un display TFT LCD da 3 pollici che funge da unico punto di osservazione. La qualità di questo componente è fondamentale per l’esperienza d’uso complessiva. La risoluzione dello schermo è adeguata, sufficientemente alta da restituire un’immagine chiara e dettagliata, permettendo di apprezzare la qualità del sensore. I colori durante l’uso diurno sono abbastanza fedeli e la luminosità è regolabile per adattarsi alle diverse condizioni. La vera sfida è l’uso notturno. La conchiglia oculare in gomma morbida fa un buon lavoro nell’isolare l’occhio dalla luce ambientale, creando un’esperienza più immersiva e concentrata. Guardare con entrambi gli occhi aperti verso un unico schermo, anziché avere due oculari separati, è un’esperienza diversa, che alcuni trovano più confortevole e altri meno naturale. Personalmente, l’ho trovata comoda per sessioni di media durata. Il comfort visivo è buono, ma, come già accennato, avrei preferito un livello di luminosità minima ancora più basso per ridurre l’affaticamento dell’occhio e l’impatto sulla visione notturna adattata. Nel complesso, il display è un componente di buona qualità che funge da finestra efficace sul mondo catturato dal sensore, rappresentando un valido compromesso tra costo e prestazioni.

Funzionalità

Oltre alla sua funzione primaria di visore notturno, l’AKASO Seemor-200 integra una serie di funzionalità accessorie che ne espandono la versatilità. La modalità fotografica permette di catturare immagini fisse con una risoluzione che arriva, tramite interpolazione, fino a 12 megapixel. La qualità è paragonabile a un fotogramma estratto da un video 4K, utile per documentare un avvistamento ma non per scopi fotografici di alta qualità.

Una delle funzioni più interessanti è la modalità time-lapse. Impostando un intervallo di scatto, il dispositivo può catturare una sequenza di immagini a intervalli regolari per poi assemblarle in un video che mostra l’evoluzione di una scena nel tempo. Ho trovato questa funzione affascinante per documentare il sorgere della luna o il movimento delle stelle, aprendo a possibilità creative che vanno oltre la semplice osservazione.

Il dispositivo permette anche la riproduzione diretta dei contenuti. Tramite il menu, è possibile rivedere le foto e i video registrati direttamente sul display da 3 pollici, una funzione comoda per verificare sul campo l’esito di una ripresa senza dover estrarre la scheda di memoria o collegarsi all’app. È inoltre possibile impostare la data e l’ora, che verranno impresse sui file registrati (timestamp), un dettaglio fondamentale se le riprese vengono utilizzate a fini di sorveglianza o documentazione scientifica.

Infine, la già citata connettività Wi-Fi non è solo un canale per il trasferimento file, ma trasforma il binocolo in un vero e proprio sistema di monitoraggio remoto. Questa combinazione di visione notturna, registrazione ad alta risoluzione e controllo a distanza rende il Seemor-200 uno strumento polivalente, capace di adattarsi a un’ampia gamma di necessità, dal puro svago all’utilizzo semi-professionale.

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Pregi e difetti

Dopo un’analisi approfondita e diverse ore di utilizzo sul campo, è possibile tracciare un bilancio chiaro dei punti di forza e delle debolezze dell’AKASO Seemor-200. Nessun dispositivo è perfetto, e la sua validità dipende sempre dal rapporto tra le sue prestazioni, il suo costo e le esigenze specifiche dell’utente.

Pregi

    • Qualità video 4K: La capacità di registrare video a questa risoluzione è un vantaggio competitivo notevole, offrendo un dettaglio superiore alla media del segmento.
    • Potente illuminatore IR: L’illuminatore da 850 nm garantisce un’eccellente portata visiva nel buio più totale, rendendo il dispositivo efficace anche a lunghe distanze.
    • Pacchetto completo: La dotazione di serie, che include una custodia di buona fattura e una microSD da 32 GB, permette di essere operativi fin da subito.
    • Connettività e App: La presenza del Wi-Fi e di un’applicazione per il controllo remoto e la gestione dei file aggiunge un livello di versatilità significativo.

Difetti

    • Zoom digitale limitato: Come per ogni zoom digitale, la qualità dell’immagine degrada rapidamente oltre i primi livelli di ingrandimento.
    • Autonomia con IR al massimo: L’uso intensivo dell’illuminatore a infrarossi alla sua massima potenza riduce drasticamente la durata della batteria.
    • Materiali prevalentemente plastici: Sebbene la costruzione sia solida, la scocca interamente in plastica non restituisce una sensazione premium.
    • Luminosità minima del display: Lo schermo, anche al livello più basso, può risultare troppo luminoso nel buio assoluto, affaticando la vista.

Prezzo

 

L’AKASO Seemor-200 si posiziona in una fascia di prezzo estremamente competitiva, solitamente compresa tra i 200 e i 300 euro, a seconda delle offerte e del canale di distribuzione. Questo lo colloca nel cuore del mercato dei visori notturni digitali destinati a un pubblico consumer e prosumer, un’arena affollata dove la competizione si gioca sul filo delle specifiche e del rapporto qualità/prezzo.

Il suo posizionamento è aggressivo. A un costo paragonabile a quello di modelli concorrenti che si fermano a una risoluzione di 1080p, il Seemor-200 offre il valore aggiunto del 4K. Questo, da solo, rappresenta un forte argomento di vendita. Confrontandolo con alternative di marchi più blasonati nel campo dell’ottica, che offrono prestazioni simili, il prezzo è spesso significativamente più basso.

Il valore percepito è quindi molto alto. Per la cifra richiesta, si ottiene un dispositivo completo, pronto all’uso, con prestazioni ottiche e di registrazione che fino a poco tempo fa erano appannaggio di modelli ben più costosi. Naturalmente, il prezzo contenuto si riflette in alcune scelte, come la costruzione interamente in plastica e uno zoom puramente digitale. Non si sta acquistando un visore di grado militare, ma uno strumento hobbistico e semi-professionale estremamente capace. Per chi cerca di entrare nel mondo della visione notturna senza investire cifre da capogiro, ma desidera comunque funzionalità avanzate come la registrazione ad alta risoluzione e il controllo remoto, il Seemor-200 rappresenta una delle proposte più interessanti e convenienti attualmente disponibili sul mercato.

Conclusioni

Al termine della mia prova, l’AKASO Seemor-200 si è rivelato uno strumento sorprendentemente capace e versatile. Non è esente da compromessi, ma i suoi punti di forza superano di gran lunga le sue debolezze, soprattutto se rapportati al suo posizionamento di prezzo. AKASO è riuscita a confezionare un prodotto che democratizza l’accesso a una visione notturna di alta qualità, arricchendola con funzionalità moderne che ne ampliano notevolmente gli scenari di utilizzo.

Il verdetto finale è decisamente positivo. Il Seemor-200 è un eccellente visore notturno digitale che mantiene le sue promesse più importanti: offre una visione chiara e profonda nell’oscurità e registra video con un dettaglio che ha pochi rivali nella sua categoria. È uno strumento che mi sento di consigliare senza esitazioni all’appassionato di natura che desidera documentare le sue osservazioni notturne, al proprietario di una casa in campagna che necessita di un sistema di sorveglianza flessibile ed efficace, o semplicemente al curioso della tecnologia che vuole esplorare il mondo dopo il tramonto.

A chi non lo consiglierei? Probabilmente al professionista della sicurezza o all’operatore tattico che necessita di un’affidabilità a prova di bomba, di una costruzione rugged in metallo e di uno zoom ottico. Ma per tutti gli altri, l’AKASO Seemor-200 rappresenta una scelta eccellente, un investimento intelligente che apre una finestra affascinante su quel mondo nascosto che vive e si muove sotto il velo della notte. Al momento è disponibile anche la campagna Kickstarter per il nuovo Akaso 300. Attualmente è disponibile su Amazon Italia.

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