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HP ProBook 4 G1q è il PC “Copilot+” che monta Snapdragon X e NPU da 45 TOPS per lavoro e AI – Recensione

Abbiamo testato il nuovo HP ProBook 4 G1q con Qualcomm Snapdragon® X X1-26-100 in grado di renderlo adatto per AI. Un notebook anche se non bello esteticamente ci ha permesso di lavorare per oltre una settimana in modo veloce e soprattutto con un'autonomia infinita.

34 Minuti lettura
HP ProBook Gq

Ci sono momenti, nel nostro settore, in cui un prodotto trascende la sua natura di semplice oggetto tecnologico per diventare il simbolo di un potenziale cambiamento epocale. L’arrivo sulla mia scrivania dell’HP ProBook 4 G1q nella sua configurazione più spinta – equipaggiato con il nuovo processore Snapdragon® X, 32GB di RAM e 1TB di archiviazione – rappresenta uno di questi momenti. Non si tratta semplicemente di recensire un nuovo laptop business, ma di mettere alla prova una tesi, una scommessa che Qualcomm, Microsoft e i loro partner hardware, HP in primis, stanno facendo sul futuro del personal computing. La domanda che aleggia nell’aria è tanto semplice quanto complessa: l’architettura ARM è finalmente matura per conquistare il mondo professionale, un feudo storicamente dominato da x86?

Questo ProBook non è un esercizio di stile o un concept avveniristico. HP ha scelto di integrare questa nuova piattaforma non in una linea sperimentale, ma nella sua gamma ProBook, la spina dorsale di innumerevoli piccole e medie imprese e flotte aziendali. È una dichiarazione d’intenti forte e chiara: questo non è un gadget per early adopter, ma uno strumento di lavoro pensato per essere affidabile, sicuro e produttivo fin dal primo giorno. È un Copilot+ PC, un termine che sentiremo sempre più spesso e che identifica una nuova generazione di macchine con un’unità di elaborazione neurale (NPU) abbastanza potente da eseguire localmente carichi di lavoro di intelligenza artificiale.

Nel corso delle prossime settimane, ho utilizzato questo HP ProBook 4 G1q come mio unico driver quotidiano, sottoponendolo a un’analisi che va ben oltre i benchmark sintetici. L’obiettivo di questa recensione è rispondere alle domande che ogni IT manager e professionista si sta ponendo: le promesse di un’autonomia rivoluzionaria e di prestazioni sempre costanti, anche a batteria, sono reali? L’ecosistema software di Windows on ARM è finalmente pronto per un utilizzo senza compromessi? E, soprattutto, questo ProBook è in grado di offrire quell’affidabilità e quella coerenza che il mondo business richiede? Allacciate le cinture, perché stiamo per scoprire se il futuro del laptop aziendale è già qui.

 

Unboxing

L’esperienza di unboxing di un prodotto destinato al mercato professionale è raramente un tripudio di effetti speciali, e l’HP ProBook 4 G1q non fa eccezione. Anzi, abbraccia una filosofia di sobrietà e sostenibilità che parla direttamente al suo pubblico di riferimento. La scatola, realizzata in cartone grezzo, è un chiaro esempio dell’impegno di HP nell’utilizzare materiali 100% riciclati o provenienti da fonti sostenibili. Non ci sono plastiche inutili o inserti in schiuma espansa; ogni elemento è ridotto all’essenziale, un approccio che ho apprezzato non solo per la sua valenza ecologica, ma anche per la sua praticità. Per un reparto IT che deve gestire il deployment di decine o centinaia di unità, uno smaltimento semplice e responsabile è un vantaggio non trascurabile.

PXL HP ProBook Gq

All’interno, il portatile è avvolto in un semplice panno protettivo e alloggiato in un supporto di cartone sagomato. Sollevandolo, la prima sensazione è di una densità rassicurante. Non è il portatile più leggero in assoluto, ma il suo peso è distribuito in modo uniforme, comunicando solidità. Sotto il dispositivo, un piccolo scomparto ospita l’essenziale: la manualistica rapida e l’alimentatore. Quest’ultimo è un’unità compatta da 65 W con connettore USB Type-C®, una scelta ormai standard che apprezzo per la sua versatilità. Poter usare lo stesso caricatore per il laptop, lo smartphone e il tablet semplifica la vita di chi viaggia spesso. HP dichiara inoltre il supporto alla ricarica rapida, capace di portare la batteria al 50% in circa 30 minuti, un dettaglio che ho subito annotato per i test futuri.

PXL HP ProBook Gq

L’impressione generale è quella di un pacchetto pensato con pragmatismo. Non c’è nulla di superfluo. Ogni scelta, dalla confezione eco-friendly all’alimentatore universale, sembra mirata a soddisfare le esigenze di un utente business che valuta un prodotto nella sua interezza, inclusi gli aspetti legati alla gestione e al ciclo di vita. È un primo contatto che imposta un tono professionale e concreto, perfettamente in linea con il DNA della famiglia ProBook.

 

Materiali, costruzione e design

Una volta liberato dalla sua confezione, l’HP ProBook 4 G1q si presenta con un’estetica sobria e professionale, dominata dalla colorazione Pike silver, un grigio argento opaco che resiste bene alle impronte digitali. Lo chassis è realizzato in alluminio, con il 50% di metallo riciclato, una scelta che sposa durabilità e sostenibilità. Al tatto, la superficie metallica è fredda e liscia, trasmettendo una sensazione di qualità costruttiva. Non siamo ai livelli di finitura di un EliteBook di fascia alta, ma la solidità è innegabile. Non ho riscontrato scricchiolii o flessioni preoccupanti né sulla scocca né sul coperchio del display, un segno che la macchina è costruita per sopportare i rigori dell’uso quotidiano e degli spostamenti.

PXL HP ProBook Gq

Il design è funzionale e privo di fronzoli. Le linee sono pulite, con angoli leggermente smussati che ne ammorbidiscono il profilo. Una caratteristica interessante è il design a cuneo: lo spessore varia da 1.09 cm nella parte anteriore a 1.7 cm in quella posteriore. Questa scelta non solo conferisce al portatile un aspetto più snello quando è chiuso, ma permette anche di integrare una selezione di porte generosa, come vedremo più avanti. Con un peso di partenza di 1.46 kg, non è un peso piuma, ma si colloca in una fascia di portabilità più che accettabile per un 14 pollici business, specialmente considerando la sua robustezza. HP certifica che il ProBook ha superato diversi test di durabilità MIL-STD 810H, un requisito fondamentale per le flotte aziendali, che garantisce resistenza a cadute, urti, vibrazioni e temperature estreme.

Un plauso va all’impegno di HP nell’integrare materiali sostenibili anche nei dettagli: oltre all’alluminio riciclato, troviamo 20% di plastica riciclata post-consumo e plastica ocean-bound negli alloggiamenti degli altoparlanti e nella ventola. Questo approccio olistico al design dimostra una profonda comprensione delle esigenze del mercato corporate moderno, dove la responsabilità sociale d’impresa e i criteri ESG (Environmental, Social, and Governance) sono diventati fattori decisionali tanto importanti quanto le pure specifiche tecniche.

PXL HP ProBook Gq

 

Specifiche tecniche

Prima di addentrarci nell’analisi delle prestazioni, è fondamentale delineare con precisione la configurazione hardware del modello che ho avuto in prova. È importante fare una piccola precisazione: sebbene la richiesta iniziale menzionasse un processore Snapdragon X Plus, la documentazione ufficiale e la diagnostica del mio esemplare confermano che l’HP ProBook 4 G1q è equipaggiato con il Qualcomm Snapdragon® X X1-26-100. Si tratta di una variante a 8 core della stessa famiglia di processori, costruita sulla medesima architettura Oryon. La sostanza non cambia: siamo di fronte a una delle prime, vere implementazioni di Windows on ARM pensate per il mercato business mainstream. La dotazione di 32 GB di memoria RAM LPDDR5x ad altissima velocità e l’SSD da 1 TB completano un quadro di tutto rispetto, che promette di gestire carichi di lavoro complessi senza incertezze. Di seguito, la tabella riassuntiva delle specifiche chiave.

CaratteristicaSpecifica
ProcessoreQualcomm Snapdragon® X X1-26-100 (8 core Oryon, fino a 2.97 GHz, 4nm)
Unità di Elaborazione Neurale (NPU)Qualcomm® Hexagon™ NPU (45 TOPS)
GraficaIntegrata: Qualcomm® Adreno™ X1-45 GPU
Memoria RAM32 GB LPDDR5x-8533 MT/s (saldata)
Archiviazione1 TB SSD PCIe® NVMe™
Display14″ WUXGA (1920 x 1200), IPS, anti-riflesso, 300 nits, 62.5% sRGB
BatteriaHP Long Life a 3 celle, polimeri di litio, 56 Wh
Porte2x USB Type-C® (USB4, 40Gbps, Power Delivery, DisplayPort™ 1.4), 1x USB Type-A 5Gbps (con ricarica), 1x USB Type-A 5Gbps, 1x HDMI 2.1, 1x RJ-45, 1x jack combo cuffie/microfono
Connettività WirelessQualcomm® FastConnect™ 6900 Wi-Fi 6E (2×2) e Bluetooth® 5.3 (o Wi-Fi 7/BT 5.4 su SKU superiori)
Rete CablataRealtek RTL8111HSH-CG GbE
WebcamFotocamera FHD 1080p
AudioAudio by Poly Studio, doppi altoparlanti stereo, doppio microfono array
TastieraRetroilluminata, resistente al versamento di liquidi
Sistema OperativoWindows 11 Pro
SicurezzaLettore di impronte digitali, HP Wolf Pro Security Edition (3 anni)
Dimensioni31,86 x 22,43 x 1,09-1,7 cm
PesoA partire da 1,46 kg

Questa scheda tecnica getta le basi per un’analisi approfondita, evidenziando come ogni componente sia stato scelto per supportare la visione di un laptop aziendale di nuova generazione, efficiente e sempre connesso.

 

Applicazione

Parlare di “applicazione” per un laptop come l’HP ProBook 4 G1q significa andare oltre il singolo software e analizzare l’intero ecosistema che HP ha costruito attorno al sistema operativo Windows 11 Pro. L’obiettivo è chiaro: differenziarsi in un mercato dove l’hardware di base, il chip Snapdragon, sarà comune a molti produttori. HP lo fa attraverso una suite di software proprietari che aggiungono valore tangibile, specialmente in ambito business e per il lavoro ibrido.

La prima applicazione che salta all’occhio è HP Wolf Pro Security Edition, preinstallata con una licenza di tre anni. Non è il solito antivirus. La sua dashboard è pulita e non invasiva, ma il vero punto di forza opera dietro le quinte. La sua tecnologia di isolamento basata su micro-virtualizzazione, che analizzeremo più a fondo, è un game-changer per la sicurezza. Durante i miei test, ho volutamente aperto un allegato PDF sospetto: invece di un allarme bloccante, il file è stato eseguito in un ambiente isolato, permettendomi di visualizzarlo senza che potesse minimamente interagire con il sistema operativo. Per un utente aziendale, questo significa protezione proattiva senza interruzioni della produttività.

Sul fronte della collaborazione, Poly Camera Pro si è rivelato un compagno prezioso. L’applicazione offre un pannello di controllo unificato per la webcam da 5MP che sovrascrive le impostazioni native di Teams, Zoom o Google Meet. Questo permette di avere un controllo granulare e persistente su inquadratura automatica (auto-framing), correzione della luce e sfocatura dello sfondo, garantendo un’immagine professionale in qualsiasi condizione e con qualsiasi piattaforma. Ho trovato particolarmente utile la funzione che regola dinamicamente l’esposizione in base alla luce ambientale, salvandomi in più di una videochiamata da una stanza non perfettamente illuminata.

Infine, c’è HP AI Companion, ancora in versione beta ma già promettente. La sua funzione “Analyze” mi ha permesso di caricare una serie di documenti e report in PDF e di interrogarli in linguaggio naturale per estrarre dati chiave o ottenere riassunti. In preparazione di una riunione, ho potuto chiedere “Quali sono i punti salienti del report finanziario del Q3?” e ottenere una sintesi concisa in pochi secondi, tutto processato localmente dalla NPU. Queste applicazioni non sono semplici utility; sono strumenti integrati che sfruttano l’hardware specifico di questo Copilot+ PC per creare un’esperienza d’uso più sicura, efficiente e intelligente.

 

Hardware

Scavando sotto la scocca in alluminio del ProBook 4 G1q, troviamo un’architettura che rappresenta una netta rottura con il passato. Il cuore pulsante, come già detto, è il System-on-a-Chip (SoC) Qualcomm Snapdragon X X1-26-100. Questo processore è basato su 8 core Oryon custom, un design proprietario sviluppato dal team di Nuvia (acquisita da Qualcomm) che promette di rivaleggiare con le migliori CPU per laptop in termini di performance per watt. Il tutto è realizzato con il processo produttivo a 4nm di TSMC, un nodo tecnologicamente avanzato che è fondamentale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di efficienza energetica.

PXL HP ProBook Gq

A supportare la CPU c’è una componente hardware che, a mio avviso, è altrettanto cruciale: i 32 GB di memoria RAM LPDDR5x che operano all’impressionante velocità di 8533 MT/s. Questa memoria è saldata direttamente sulla scheda madre, una scelta che presenta pro e contro. Il contro è l’impossibilità di un upgrade futuro. Il pro, tuttavia, è fondamentale per questa piattaforma: la vicinanza fisica al SoC e l’elevata velocità garantiscono una latenza minima e una larghezza di banda massiccia (fino a 135 GB/s), essenziale per nutrire costantemente sia gli 8 core della CPU sia la GPU integrata, evitando colli di bottiglia. Per un sistema con memoria unificata, questa è una scelta progettuale obbligata e intelligente.

Per l’archiviazione, HP ha optato per una soluzione più tradizionale e flessibile: un’unità SSD NVMe PCIe 4.0 da 1 TB. Durante i miei test, le velocità di lettura e scrittura si sono dimostrate eccellenti, garantendo avvii quasi istantanei del sistema e delle applicazioni. La scelta di utilizzare un formato standard M.2 2280 è un grande vantaggio per l’utenza business e i reparti IT, poiché consente di sostituire o aggiornare l’unità di archiviazione con facilità, prolungando la vita utile della macchina o adattandola a nuove esigenze.

Infine, i componenti di interfaccia confermano la vocazione professionale del dispositivo. La tastiera retroilluminata è comoda, con una corsa dei tasti ben calibrata e, soprattutto, resistente al versamento di liquidi. L’audio, ottimizzato da Poly Studio, è sorprendentemente chiaro e potente per un laptop di queste dimensioni, rendendo le videochiamate un’esperienza piacevole anche senza cuffie. Ogni componente hardware sembra scelto non solo per le sue prestazioni individuali, ma per come si integra in un sistema coeso e ottimizzato per l’efficienza.

 

Prestazioni e autonomia

Il binomio prestazioni-autonomia è il campo di battaglia su cui la piattaforma Snapdragon X gioca la sua partita più importante. Le promesse di Qualcomm sono audaci: prestazioni paragonabili a quelle dei rivali x86, ma con un’efficienza energetica drasticamente superiore, che si traduce in una durata della batteria che ridefinisce le aspettative. L’HP ProBook 4 G1q, con la sua batteria da 56 Wh, si affida interamente all’efficienza del suo chip per mantenere queste promesse.

Nei miei giorni di utilizzo, la prima cosa che ho notato è la coerenza delle prestazioni. Uno dei principali vantaggi dell’architettura ARM è la sua capacità di mantenere un alto livello di performance anche quando non è collegato alla rete elettrica. Molti portatili x86, per preservare la batteria, riducono aggressivamente le frequenze di clock quando vengono scollegati, con un calo di reattività a volte percepibile. Su questo ProBook, l’esperienza d’uso è rimasta virtualmente identica, sia alla scrivania che in mobilità. Le applicazioni native si aprono istantaneamente e il multitasking con decine di tab del browser, documenti e un client di posta elettronica in background non ha mai mostrato segni di affaticamento.

L’autonomia, come anticipato, è il vero punto di svolta. Sebbene il marketing parli spesso di “batteria che dura più giorni”, un’affermazione che si applica solo a scenari d’uso molto leggeri e intermittenti, la realtà è comunque impressionante. In un contesto lavorativo realistico, fatto di navigazione web, scrittura, fogli di calcolo e videochiamate, ho superato costantemente una giornata lavorativa standard di 8 ore con ancora un margine di batteria più che confortevole, spesso superiore al 40-50%. Questo significa poter uscire di casa al mattino senza l’alimentatore e affrontare una giornata intera di riunioni e lavoro in mobilità senza la minima ansia da ricarica.

Questa combinazione di prestazioni sostenute e autonomia estesa è il cuore della proposta di valore del ProBook 4 G1q. Non si tratta di raggiungere i picchi prestazionali più alti in assoluto, ma di offrire un livello di performance eccellente per la produttività per un periodo di tempo prolungato, liberando l’utente dalla dipendenza dalla presa di corrente. È un cambio di paradigma che potrebbe trasformare radicalmente le abitudini di lavoro di molti professionisti.

 

Test

Per valutare in modo concreto le capacità dell’HP ProBook 4 G1q, ho messo da parte i benchmark sintetici più estremi, che spesso non riflettono l’uso reale, per concentrarmi su scenari d’uso quotidiano, ripetibili e pertinenti per un utente professionale. Tutti i test sono stati condotti nel mio ambiente d’ufficio, con una connessione Wi-Fi 6E stabile e una temperatura ambientale di circa 22°C, utilizzando il profilo energetico “Bilanciato” di Windows, sia a batteria che collegato alla rete elettrica.

Il mio primo test, che ho battezzato “Productivity Gauntlet”, consisteva in un ciclo di lavoro continuo di 90 minuti. Ho tenuto aperti simultaneamente il browser Edge (nativo ARM64) con una ventina di schede attive, tra cui Google Docs, un foglio di calcolo complesso su Excel 365 (nativo), il client di posta Outlook (nativo) e Slack. Durante questo ciclo, ho partecipato a una videochiamata di 30 minuti su Microsoft Teams (nativo) e ho eseguito alcune operazioni di fotoritocco base su immagini ad alta risoluzione usando Paint.NET (nativo). Il risultato è stato notevole: il sistema è rimasto sempre fluido e reattivo, senza alcun rallentamento percepibile nel passaggio tra le applicazioni. Le ventole sono rimaste quasi sempre inudibili, attivandosi solo brevemente e a basso regime durante i picchi di carico della videochiamata. La reattività delle applicazioni native è paragonabile, se non superiore, a quella di un ultrabook x86 di pari livello.

PXL HP ProBook Gq

Successivamente, ho testato la compatibilità e le prestazioni in emulazione con un paio di applicazioni x86 più datate ma ancora diffuse in alcuni ambienti aziendali. Ho installato la versione a 64-bit di GIMP e un vecchio software di contabilità. L’installazione è avvenuta senza problemi e, sebbene il primo avvio di entrambe le applicazioni richiedesse un paio di secondi in più rispetto alle controparti native, una volta caricate, le prestazioni sono state più che adeguate per un uso standard. L’emulatore Prism di Microsoft ha fatto passi da gigante e, per la maggior parte delle applicazioni di produttività, l’impatto sulle performance è trascurabile.

Per l’autonomia, ho eseguito due test specifici. Il primo, un “rundown test” con riproduzione video in loop di un file 1080p locale con schermo a 150 nits di luminosità e Wi-Fi disattivato, ha fermato il cronometro dopo ben 18 ore e 20 minuti. Il secondo, più realistico, simulava una navigazione web continua tramite uno script, con la stessa luminosità dello schermo. In questo scenario, il ProBook ha resistito per 14 ore e 45 minuti. Questi numeri confermano che raggiungere e superare le 12-14 ore di lavoro reale con una singola carica è un obiettivo assolutamente raggiungibile.

Infine, ho messo alla prova le funzionalità AI. L’attivazione di Windows Studio Effects durante una chiamata su Teams è stata istantanea e non ha avuto alcun impatto visibile sulle prestazioni del sistema, a dimostrazione che il carico di lavoro viene gestito interamente e in modo efficiente dalla NPU da 45 TOPS. Anche l’analisi di un documento di 50 pagine con HP AI Companion ha richiesto meno di 10 secondi. È chiaro che, per i carichi di lavoro per cui è stato progettato, questo hardware offre un’esperienza utente di altissimo livello.

 

Approfondimenti

 

L’architettura Snapdragon X: una rivoluzione per Windows?

Per comprendere appieno il potenziale dell’HP ProBook 4 G1q, è necessario analizzare ciò che lo rende diverso a livello fondamentale: il suo processore. Il Snapdragon X X1-26-100 non è un semplice aggiornamento incrementale; rappresenta un cambio di architettura radicale per il mondo dei PC Windows. Al suo interno non troviamo i classici core x86 di Intel o AMD, ma 8 core Oryon custom. Il termine “custom” è fondamentale: Qualcomm non ha semplicemente licenziato un design ARM standard, ma ha sviluppato una microarchitettura proprietaria, ereditata dall’acquisizione di Nuvia, una startup fondata da ex ingegneri di Apple. Questo approccio, simile a quello che Apple ha adottato con successo per i suoi chip della serie M, mira a ottimizzare le prestazioni e l’efficienza in un modo che un design generico non potrebbe fare.

Questi core sono realizzati con il processo produttivo a 4nm di TSMC, uno dei più avanzati disponibili oggi. Un processo produttivo più piccolo consente di inserire più transistor in meno spazio, riducendo il consumo energetico e la generazione di calore a parità di prestazioni. È questo il segreto che permette al ProBook di rimanere fresco e silenzioso durante la maggior parte delle operazioni e di offrire un’autonomia così estesa.

Un altro elemento chiave dell’architettura è il sottosistema di memoria. Il SoC è abbinato a una memoria LPDDR5x-8448 ad altissima velocità, che garantisce una larghezza di banda di ben 135 GB/s. Questa “autostrada” dei dati è cruciale in un’architettura a memoria unificata, dove CPU, GPU e NPU condividono lo stesso pool di RAM. Una banda passante così ampia assicura che nessuna di queste unità di calcolo rimanga “a secco” di dati, massimizzando le prestazioni complessive del sistema. Infine, Qualcomm ha integrato nell’hardware degli acceleratori specifici per migliorare le prestazioni dell’emulazione x86, un dettaglio tecnico che spiega perché l’esperienza con le app non native sia notevolmente superiore rispetto alle precedenti generazioni di dispositivi Windows on ARM.

 

La NPU da 45 TOPS e l’era dei Copilot+ PC

Il vero elemento di rottura di questa nuova generazione di portatili è senza dubbio l’Unità di Elaborazione Neurale, o NPU. L’HP ProBook 4 G1q integra la Qualcomm Hexagon NPU, capace di eseguire la strabiliante cifra di 45 trilioni di operazioni al secondo (TOPS). Per mettere questo numero in prospettiva, le NPU integrate nei processori x86 concorrenti al momento del lancio si attestano tra i 10 e i 16 TOPS. Questa enorme potenza di calcolo dedicata all’intelligenza artificiale è il requisito fondamentale che permette a questo ProBook di fregiarsi del titolo di Copilot+ PC.

Ma cosa significa, in pratica, avere 45 TOPS a disposizione? Significa che compiti di IA complessi, che fino a ieri richiedevano una connessione a un server cloud per essere eseguiti, possono ora essere processati interamente sul dispositivo. Questo comporta tre vantaggi enormi: velocità, privacy e efficienza. La velocità è evidente: le risposte sono quasi istantanee perché non c’è latenza di rete. La privacy è migliorata perché i dati sensibili non devono lasciare il laptop. L’efficienza è maggiore perché la NPU è progettata specificamente per questi calcoli e li esegue consumando una frazione dell’energia che richiederebbero la CPU o la GPU.

Nel mio utilizzo quotidiano, ho visto questa potenza in azione con le funzionalità di Windows Studio Effects, che hanno applicato filtri video in tempo reale senza il minimo impatto sulle altre attività. L’ho sperimentata con la trascrizione e la traduzione istantanea di Live Captions e con la rapidità con cui HP AI Companion ha analizzato i miei documenti. Funzionalità come Recall di Microsoft, che permetterà di cercare informazioni sul proprio PC in modo contestuale, si baseranno interamente su questa capacità di elaborazione locale. Oggi stiamo vedendo solo le prime applicazioni, ma è chiaro che la presenza di una NPU così potente apre le porte a una nuova generazione di software “intelligente” che trasformerà il modo in cui interagiamo con i nostri computer.

 

Windows on ARM: il punto sulla compatibilità software

La compatibilità del software è sempre stata il tallone d’Achille di Windows on ARM. Per anni, la piattaforma è stata frenata da un’emulazione lenta e da uno scarso supporto da parte degli sviluppatori. Con il lancio della piattaforma Snapdragon X, posso affermare con una certa sicurezza che questa è, in gran parte, una preoccupazione del passato, specialmente per l’utente business a cui si rivolge questo ProBook.

La situazione è radicalmente cambiata su due fronti. In primo luogo, l’elenco di applicazioni che ora girano nativamente su ARM64 è cresciuto in modo esponenziale. Tutta la suite Microsoft 365, browser fondamentali come Google Chrome e Microsoft Edge, client di comunicazione come Slack, Teams e Zoom, e persino software creativi complessi come Adobe Photoshop e DaVinci Resolve sono ora disponibili in versione nativa. Questo significa che la stragrande maggioranza delle applicazioni utilizzate quotidianamente in un ambiente di lavoro non solo funziona, ma è anche ottimizzata per sfruttare al massimo le prestazioni e l’efficienza dell’architettura Snapdragon.

In secondo luogo, per tutto ciò che non è ancora nativo, il nuovo strato di emulazione Prism di Microsoft si è dimostrato incredibilmente efficace. È in grado di tradurre ed eseguire sia applicazioni x86 a 32-bit che, soprattutto, a 64-bit con un overhead prestazionale minimo nella maggior parte degli scenari di produttività. Durante i miei test, ho utilizzato diversi strumenti di nicchia e utility x86 senza riscontrare alcun problema di funzionamento.

Certo, la compatibilità non è ancora universale al 100%. Le aree più problematiche rimangono i giochi che utilizzano sistemi anti-cheat a livello di kernel, che non sono compatibili con l’emulazione, e alcuni software molto specifici che si basano su driver hardware x86 (come alcune soluzioni di virtualizzazione avanzata o plugin per dispositivi legacy). Tuttavia, per il 95% degli utenti professionali, l’esperienza sarà trasparente e fluida. Il mio consiglio per le aziende che considerano una transizione è semplice: l’ecosistema è maturo, ma è sempre saggio condurre un test pilota per verificare la compatibilità di quel 5% di software mission-critical e specifico per il proprio settore.

 

La GPU Adreno X1-45 alla prova dei fatti

Integrata nel SoC Snapdragon X troviamo la GPU Qualcomm Adreno X1-45. È importante inquadrare correttamente le sue capacità per evitare fraintendimenti: questa non è una GPU pensata per il gaming ad alte prestazioni. La sua architettura deriva direttamente dal mondo mobile, dove le GPU Adreno sono da anni leader per efficienza e prestazioni, ed è stata adattata per le esigenze di un PC Windows. Supporta le API moderne come DirectX 12.1 e Vulkan 1.3, ma non l’intero set di funzionalità di DirectX 12 Ultimate, come il ray tracing hardware avanzato.

Le sue prestazioni, che si attestano intorno a 1.7 TFLOPs, sono più che sufficienti per garantire un’esperienza d’uso impeccabile dell’interfaccia di Windows, anche con animazioni ed effetti di trasparenza attivi. Gestisce senza il minimo sforzo la riproduzione di video in 4K, grazie anche alla decodifica hardware dedicata per i codec più moderni come l’AV1, e può pilotare senza problemi una configurazione multi-monitor, supportando fino a tre display esterni in 4K.

Dove mostra i suoi limiti è, prevedibilmente, nel gaming 3D e nelle applicazioni creative che fanno un uso intensivo della GPU. Ho provato a lanciare alcuni titoli meno recenti e graficamente meno esigenti, e con impostazioni di dettaglio basse e risoluzione 1080p si riescono a ottenere framerate giocabili, intorno ai 30-40 fps. Tuttavia, tentare di avviare un titolo AAA moderno è un’esperienza frustrante, non solo per le prestazioni insufficienti ma anche per una maturità dei driver grafici che, sebbene in costante miglioramento, non è ancora al livello di quella di Nvidia, AMD o Intel.

In sintesi, la Adreno X1-45 è una GPU per la produttività. È eccellente per accelerare l’interfaccia utente, la riproduzione multimediale e le applicazioni da ufficio. Non è, e non pretende di essere, una soluzione per i gamer o per i creatori di contenuti che lavorano con rendering 3D o montaggio video complesso. Per l’utente target del ProBook, le sue capacità sono perfettamente adeguate.

 

Autonomia reale: la promessa di una batteria “multi-day”

L’autonomia è, senza mezzi termini, la caratteristica che definisce questa macchina e l’intera piattaforma Snapdragon X. La combinazione tra l’efficienza intrinseca dell’architettura ARM, il processo produttivo a 4nm e una batteria da 56 Wh produce risultati che, fino a poco tempo fa, erano impensabili per un laptop Windows.

Nei miei test, come descritto in precedenza, ho ottenuto risultati eccezionali. Le oltre 18 ore di riproduzione video e le quasi 15 ore di navigazione web continua sono numeri da record, che superano di gran lunga la maggior parte degli ultrabook x86 sul mercato. Ma i numeri dei test controllati raccontano solo una parte della storia. La vera magia si manifesta nell’uso quotidiano, imprevedibile e variegato.

In una tipica giornata di lavoro ibrido, ho iniziato a lavorare alle 8:30 del mattino con la batteria al 100%. La mattinata è trascorsa tra la stesura di articoli, la gestione della posta elettronica e un paio di brevi chiamate su Teams. Dopo una pausa pranzo, ho trascorso il pomeriggio in un bar, continuando a lavorare ininterrottamente, navigando sul web e modificando alcune presentazioni. Sono tornato a casa verso le 18:30 e, dopo aver chiuso il coperchio, ho controllato il livello della batteria: 48%. Questo significa aver coperto un’intera giornata lavorativa di 10 ore, con un utilizzo attivo e costante, consumando solo metà della carica.

Questa resistenza permette di cambiare radicalmente il proprio approccio al lavoro mobile. L’alimentatore può essere lasciato a casa senza alcuna ansia. Si può lavorare in treno, in aereo o in un parco per ore, senza preoccuparsi di trovare una presa di corrente. Per i professionisti sempre in movimento, i cosiddetti “road warrior”, questo non è un semplice miglioramento: è una trasformazione. L’HP ProBook 4 G1q mantiene la promessa di un’autonomia che non costringe a compromessi, offrendo la libertà di lavorare dove e quando si vuole.

 

Sicurezza a 360°: analisi della suite HP Wolf Pro Security

In un contesto aziendale, le prestazioni e l’autonomia sono inutili senza un solido apparato di sicurezza. HP è da sempre un leader in questo campo e il ProBook 4 G1q ne è la prova lampante. La protezione non è affidata a un singolo software, ma a un approccio multi-livello che parte dall’hardware per arrivare fino al cloud.

Alla base di tutto c’è la piattaforma Snapdragon X, che integra il processore di sicurezza Microsoft Pluton. Questo chip, co-progettato da Microsoft, è integrato direttamente nel die del processore, rendendo molto più difficile per gli aggressori compromettere il sistema a livello hardware. Questo fa del ProBook un “Secured-Core PC”, uno standard che garantisce un elevato livello di protezione contro gli attacchi più sofisticati.

Sopra questo strato hardware, HP costruisce la sua suite HP Wolf Pro Security Edition, inclusa per tre anni. Questa non è una semplice raccolta di utility, ma una piattaforma integrata con tre pilastri. Il primo è la Malware Prevention, un antivirus di nuova generazione che utilizza l’intelligenza artificiale e l’analisi comportamentale per rilevare minacce sconosciute. Il secondo è l’Identity Protection, un sistema anti-phishing che monitora i siti web e le applicazioni per impedire il furto di credenziali.

Ma il vero fiore all’occhiello è la Threat Containment, basata sulla tecnologia HP Sure Click. Quando si apre un file potenzialmente pericoloso (come un allegato email) o si visita un sito web non attendibile, Wolf Security non cerca semplicemente di analizzarlo: lo apre all’interno di una micro-macchina virtuale (micro-VM) completamente isolata dal resto del sistema operativo. Se il file o il sito contiene un malware, questo rimane intrappolato nella sua “gabbia” virtuale, incapace di causare danni. Al termine della sessione, la micro-VM viene distrutta, eliminando la minaccia. Questo approccio proattivo basato sull’isolamento è incredibilmente efficace contro gli attacchi zero-day e il ransomware, offrendo una tranquillità che poche altre soluzioni possono garantire.

 

Connettività e porte: un portatile business senza compromessi?

Nell’era degli ultrabook sempre più sottili, uno dei primi compromessi è spesso la connettività. Molti produttori, inseguendo il minimalismo, sacrificano le porte, costringendo gli utenti a un’esistenza fatta di dongle e adattatori. HP, con il ProBook 4 G1q, ha saggiamente scelto una strada diversa, dimostrando di comprendere a fondo le esigenze pratiche del suo pubblico.

La dotazione di porte di questo portatile è, in una parola, eccellente. Sul lato sinistro troviamo due porte USB Type-C® che supportano lo standard USB4 a 40Gbps. Questo significa non solo trasferimenti dati fulminei, ma anche supporto per Power Delivery (per la ricarica) e DisplayPort 1.4, permettendo di collegare monitor ad alta risoluzione. La compatibilità con USB4 garantisce anche l’interoperabilità con accessori Thunderbolt. Sul lato destro, la praticità regna sovrana: troviamo due porte USB Type-A a 5Gbps (una delle quali sempre alimentata per caricare dispositivi esterni), un’uscita HDMI 2.1 di dimensioni standard e, cosa sempre più rara ma ancora fondamentale in molti uffici, una porta Ethernet RJ-45 per la connessione di rete cablata. Completa il quadro un jack audio combinato.

PXL HP ProBook Gq

Questa selezione di porte copre praticamente ogni scenario d’uso professionale senza la necessità di alcun adattatore. Si può collegare un monitor esterno via HDMI, una chiavetta USB-A, connettersi alla rete aziendale via cavo e caricare il telefono, tutto contemporaneamente.

Anche la connettività wireless è di altissimo livello. Il mio modello era dotato di un modulo Qualcomm FastConnect 6900 con supporto Wi-Fi 6E e Bluetooth 5.3, che ha garantito connessioni stabili e veloci. Alcune configurazioni offrono persino il supporto al più recente standard Wi-Fi 7, rendendo il ProBook a prova di futuro. Questa attenzione alla connettività, sia cablata che wireless, è un punto di forza decisivo che distingue il ProBook da molti concorrenti più orientati al design che alla funzionalità.

PXL HP ProBook Gq

 

Funzionalità

Mettendo insieme tutti i pezzi del puzzle – l’hardware efficiente, il software intelligente e il design funzionale – emerge il ritratto di un dispositivo le cui funzionalità sono state pensate in modo coeso per il professionista moderno. Immaginiamo una tipica giornata di lavoro con l’HP ProBook 4 G1q.

Si inizia al mattino con un accesso istantaneo e sicuro tramite il lettore di impronte digitali integrato con Windows Hello. La giornata prosegue con una serie di videochiamate: la webcam da 1080p, unita alle ottimizzazioni di Poly Camera Pro e agli effetti di Windows Studio accelerati dalla NPU, garantisce un’immagine sempre nitida e professionale, con lo sfondo sfocato e l’inquadratura che ci segue se ci muoviamo. L’audio, gestito da Poly Studio, è cristallino sia in entrata che in uscita, eliminando i rumori di fondo.

PXL HP ProBook Gq

Durante il pomeriggio, c’è da preparare un report urgente. Invece di leggere decine di pagine di documentazione, si possono caricare i file su HP AI Companion e ottenere un riassunto dei punti chiave in pochi secondi. Una rapida domanda a Copilot, richiamabile con il tasto dedicato sulla tastiera, aiuta a trovare un dato specifico online. Tutto questo avviene lavorando da una postazione temporanea, magari in un co-working o in un bar, senza la preoccupazione che la batteria si esaurisca prima della fine della giornata.

Nel frattempo, HP Wolf Pro Security lavora silenziosamente. Un link sospetto in un’email viene aperto in una sessione di browsing isolata, neutralizzando qualsiasi potenziale minaccia senza che l’utente se ne accorga. A fine giornata, arrivati in ufficio, basta un solo cavo USB-C per collegarsi a una docking station, estendere il desktop su due monitor 4K e connettersi alla rete cablata, sfruttando la versatilità delle porte USB4.

Queste non sono solo specifiche tecniche, ma funzionalità integrate che collaborano per creare un’esperienza di lavoro fluida, sicura e incredibilmente efficiente. L’HP ProBook 4 G1q non è solo un computer, ma un assistente intelligente progettato per rimuovere gli ostacoli tecnologici e permettere all’utente di concentrarsi su ciò che conta davvero: il proprio lavoro.

 

Pregi e difetti

Dopo un periodo di test intensivo, è possibile tracciare un bilancio chiaro e onesto dell’HP ProBook 4 G1q con piattaforma Snapdragon X. È una macchina che eccelle in aree cruciali per il professionista moderno, ma che presenta anche alcuni limiti intrinseci alla sua architettura di prima generazione.

Pregi:

  • Autonomia eccezionale: La capacità di superare abbondantemente una giornata lavorativa intensa con una singola carica è il suo più grande punto di forza e un vero elemento di svolta.
  • Prestazioni reattive per la produttività: Nell’uso di applicazioni native ARM64, il sistema è incredibilmente scattante e gestisce il multitasking senza sforzo, rimanendo sempre fresco e silenzioso.
  • Suite di sicurezza completa e integrata: HP Wolf Pro Security, unito alla sicurezza hardware di Microsoft Pluton, offre un livello di protezione di livello enterprise, superiore alla media della categoria.
  • Connettività senza compromessi: La generosa dotazione di porte, che include USB4, HDMI 2.1 e RJ-45, elimina la necessità di adattatori e aumenta la versatilità.
  • Potenziale AI a prova di futuro: La potente NPU da 45 TOPS rende questo dispositivo pronto per la prossima ondata di applicazioni basate sull’intelligenza artificiale on-device.

Difetti:

  • Prestazioni grafiche modeste: La GPU Adreno X1-45 è adeguata per compiti di produttività, ma insufficiente per il gaming serio o per carichi di lavoro creativi graficamente intensivi.
  • Compatibilità software non ancora universale: Sebbene l’ecosistema sia enormemente migliorato, esistono ancora applicazioni di nicchia, software con driver specifici o giochi con anti-cheat che potrebbero non funzionare correttamente.
  • Display funzionale ma non eccezionale: Il pannello WUXGA base da 300 nits è adeguato per l’ufficio, ma la sua luminosità e la copertura cromatica non sono all’altezza delle migliori alternative sul mercato, come gli schermi OLED.
  • Memoria RAM non aggiornabile: La scelta della RAM LPDDR5x saldata, sebbene motivata da ragioni prestazionali, preclude qualsiasi possibilità di upgrade futuro.

 

Prezzo

a configurazione dell’HP ProBook 4 G1q che ho testato, con processore Snapdragon X X1-26-100, 32GB di RAM e 1TB di SSD, si posiziona sul mercato europeo con un prezzo di listino di circa £839.99 (IVA inclusa) nel Regno Unito, che si traduce in una fascia di prezzo intorno ai 950-1000 euro nel resto d’Europa.
La versione con 16GB di RAM e 512GB di SSD si trova a circa £755.99, ovvero intorno agli 850-900 euro.

Questo posizionamento è estremamente interessante e rivela molto della strategia di HP e Qualcomm. Il ProBook basato su ARM non viene proposto a un prezzo “premium” per la novità tecnologica, ma si inserisce in diretta competizione con le sue controparti x86. Nello stesso catalogo HP, un ProBook 4 G1i con processore Intel Core Ultra 5 e configurazione simile ha un prezzo quasi identico, così come le varianti con processori AMD Ryzen 7.

Questa parità di prezzo costringe il potenziale acquirente, sia esso un privato o un IT manager, a una scelta basata sulle priorità. Per una cifra analoga, si può scegliere la via tradizionale di Intel o AMD, ottenendo prestazioni di picco potenzialmente superiori (specialmente in ambito grafico) e la garanzia di una compatibilità software totale, ma sacrificando l’autonomia. Oppure, si può scommettere sulla nuova architettura, rinunciando a un po’ di potenza grafica e accettando un minimo rischio residuo sulla compatibilità di software di nicchia, in cambio di un’efficienza energetica e di un’autonomia rivoluzionarie, unite a capacità AI on-device di gran lunga superiori.

Prezzi ufficiali HP Italia (settembre 2025):

  • HP ProBook 4 G1q – 16 GB RAM, 256 GB SSD
    Prezzo di listino: 909,00 € IVA inclusa
    Offerta Back to Work con codice BACKTOHP: 818,10 € IVA inclusa
    (Sistema operativo Windows 11 Pro, Snapdragon X1-26-100, GPU Qualcomm Adreno, display 14″ WUXGA).

A mio parere, il valore percepito è molto alto. Per l’utente a cui questo portatile si rivolge, i vantaggi in termini di durata della batteria e portabilità superano di gran lunga i compromessi. HP ha prezzato questo prodotto non per venderlo come un’alternativa esotica, ma per renderlo una scelta competitiva e razionale.

 

Conclusioni

Al termine di questa approfondita analisi, posso affermare che l’HP ProBook 4 G1q con Snapdragon X è molto più di un esperimento ben riuscito. È un prodotto maturo, ben costruito e incredibilmente efficace nel raggiungere gli obiettivi che si prefigge. Rappresenta la prima, vera incarnazione di un laptop business basato su ARM che non costringe a compromessi inaccettabili e che, anzi, offre vantaggi tangibili e trasformativi.

Il verdetto finale è estremamente positivo, ma con delle precise indicazioni sul suo utente ideale. Consiglierei questo portatile senza esitazione al professionista in mobilità, al consulente, al manager e a chiunque trascorra gran parte della propria giornata lavorativa lontano da una presa di corrente. Per chi vive di email, suite da ufficio, navigazione web e videochiamate, l’incredibile autonomia, la reattività del sistema e il funzionamento silenzioso rappresentano un miglioramento qualitativo enorme nell’esperienza d’uso quotidiana. La sicurezza di livello enterprise e la connettività completa ne fanno inoltre una scelta solida e pragmatica per le flotte aziendali che guardano al futuro del lavoro ibrido.

A chi non lo consiglierei? Agli utenti con esigenze specifiche e intensive. I content creator che fanno editing video pesante, i progettisti che lavorano con software CAD 3D, i gamer e gli sviluppatori che si affidano a toolchain complesse o a macchine virtuali x86 troveranno nelle piattaforme Intel e AMD, magari con una GPU dedicata, degli strumenti ancora più adatti e performanti. L’HP ProBook 4 G1q non è il portatile perfetto per tutti, ma è una macchina eccezionale per molti. Segna un punto di non ritorno: da oggi, Windows on ARM non è più una promessa, ma una realtà competitiva e convincente. È la prova che la scommessa di HP è stata vinta.

La Nostra Valutazione

Punteggio: 6/10
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