In queste settimane si sta diffondendo una nuova frode che sfrutta il nome di WhatsApp per ingannare gli utenti meno attenti. Di cosa si tratta? La cosiddetta truffa dell’account “non verificato” avviene tramite SMS e utilizza una comunicazione dal tono allarmistico per convincere la vittima ad agire immediatamente. Il testo del messaggio appare subito sospetto a causa degli errori di grammatica e della cattiva imitazione del dominio ufficiale.
Il meccanismo è quello tipico del phishing. L’utente che apre il collegamento presente nel messaggio viene indirizzato a un sito costruito appositamente per imitare una pagina di verifica. Qui viene invitato a inserire informazioni personali e credenziali di accesso, con la promessa di mettere al sicuro il proprio profilo. In realtà, lo scopo dei truffatori è sottrarre dati sensibili, spesso rivenduti o utilizzati per compiere ulteriori frodi.
WhatsApp e la sicurezza: come distinguere i messaggi autentici dalle truffe
Secondo quanto spiegato dalla Polizia di Stato, WhatsApp non invia mai comunicazioni tramite SMS. Le informazioni ufficiali arrivano esclusivamente attraverso notifiche interne all’app o, in alcuni casi specifici, tramite e-mail provenienti da indirizzi certificati che terminano con @support.whatsapp.com. Per questo motivo, chiunque riceva messaggi che parlano di verifiche urgenti o di presunte limitazioni dell’uso deve considerare tali contenuti come truffaldini.
Il linguaggio utilizzato nei falsi SMS è spesso confuso, ricco di errori e con termini scelti per creare ansia. È proprio questo stile che dovrebbe insospettire. Le autorità invitano a non cliccare mai su link sospetti e a cancellare immediatamente la comunicazione. In caso di dubbi, è possibile rivolgersi direttamente alla Polizia Postale attraverso lo sportello online disponibile su commissariatodips.it, dove segnalare l’accaduto.
La cosiddetta truffa dell’account non verificato non è un caso isolato. Negli ultimi mesi WhatsApp è stato più volte utilizzato come strumento per raggiri di vario genere, dai messaggi che imitano comunicazioni ufficiali fino alle finte richieste di pagamento. L’enorme diffusione dell’app la rende infatti un obiettivo privilegiato per i malintenzionati.