Una sentenza californiana ha condannato Google al pagamento di 314 milioni di dollari per aver raccolto dati dagli smartphone Android senza autorizzazione esplicita degli utenti. Al centro della vicenda ci sono le informazioni trasmesse anche quando il dispositivo si trovava in standby o in idle, e che secondo l’accusa sarebbero state sfruttate per fini pubblicitari. L’azienda ha già annunciato ricorso.
Una pratica giudicata ingannevole e costosa per gli utenti
La causa era stata avviata nel 2019 e rappresenta circa 14 milioni di cittadini californiani. Secondo l’accusa, Google avrebbe monetizzato i dati raccolti in modo occulto, utilizzandoli per la profilazione e il targeting pubblicitario. Non solo: in molti casi, il traffico generato da queste attività avrebbe consumato dati mobili degli utenti, incidendo su chi disponeva di piani a consumo e, di fatto, intaccando il credito residuo. Un danno economico minimo per ciascun singolo utente (circa 22 dollari a testa), ma molto rilevante a livello collettivo.
L’entità della multa, per quanto consistente, potrebbe essere solo l’inizio: una class action analoga su scala nazionale, che coinvolge gli altri 49 Stati USA, è prevista per il prossimo anno.
La posizione di Google
Un portavoce dell’azienda ha dichiarato che la corte “ha frainteso il funzionamento di servizi essenziali per la sicurezza e l’affidabilità di Android”. Secondo Mountain View, molte delle funzioni criticate fanno parte del normale comportamento di un sistema moderno: sincronizzazione della cronologia, notifiche, backup, sicurezza. Tuttavia, il punto critico resta il riutilizzo di questi dati anche per finalità di marketing, senza un consenso pienamente consapevole da parte dell’utente.
Il caso apre l’ennesimo fronte sul tema della trasparenza nell’uso dei dati personali, in un momento storico in cui la privacy digitale è sempre più sotto i riflettori, tanto per le autorità quanto per i cittadini. Potrebbe essere questo un viatico importante per il futuro, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza in generale.