Un giorno potrebbe non finire più davvero. Non nel senso poetico, ma grazie a una nuova tecnologia spaziale che punta a estendere la disponibilità dell’energia solare anche dopo il tramonto. L’idea arriva dagli Stati Uniti. Qui la startup Reflect Orbital sta progettando una costellazione di satelliti dotati di specchi riflettenti. Questi dispositivi saranno in grado di deviare la luce del Sole verso specifiche aree della Terra, anche quando sulla superficie è buio.
Energia sostenibile per un futuro più verde
L’inizio della sperimentazione è previsto per la primavera del 2026, con il lancio del primo satellite. Il piano prevede la messa in orbita di 57 satelliti, posizionati a 595km d’altezza. La loro orbita sarà eliosincrona, ciò significa che passeranno sullo stesso punto della Terra due volte al giorno, sempre alla stessa ora solare locale. Ogni satellite peserà 16kg e sarà dotato di uno specchio in mylar da 9,9metri per lato. Una volta raggiunta l’orbita, gli specchi verranno dispiegati e potranno essere orientati tramite GPS, in modo da illuminare con precisione aree selezionate.
L’intermittenza è il limite principale delle fonti rinnovabili. La luce solare non è disponibile nelle ore notturne e le batterie per l’accumulo hanno ancora costi elevati. Ben Nowack, fondatore e CEO di Reflect Orbital, ritiene quindi che i riflettori spaziali possano fornire una soluzione semplice e flessibile. Durante i test preliminari, è stato possibile ottenere un flusso di 500watt per metro quadro usando una mongolfiera a 3.000metri. Anche se non ancora abbastanza per garantire una produzione su larga scala, il risultato fa ben sperare. Il progetto ha già ricevuto un finanziamento di 20 milioni di dollari per accelerare lo sviluppo e le prime missioni. Le richieste di accesso alla tecnologia arrivano da 157 Paesi e superano le 260.000 unità.
Sulla carta, la soluzione sembra innovativa e modulare. Ma sarà necessario testarne l’efficienza su scala reale prima di poter parlare di una vera rivoluzione energetica.