SIAE accusa Napster di violazioni del diritto d’autore. AGCOM avvia il procedimento ma decide di archiviare il caso. Bloccare completamente il sito è stato ritenuto eccessivo.
Napster nasce 25 anni fa, è uno dei simboli della musica pirata online. Ora è tornato alla ribalta dopo essere finito nel mirino della SIAE che ha deciso di scagliarsi contro la piattaforma, chiedendo ad AGCOM di intervenire con un ban nazionale. Tuttavia, il caso è stato archiviato. Le violazioni sono limitate rispetto al catalogo presente, questa la motivazione sulla decisione presa in merito alla richiesta.
SIAE vs Napster, interviene anche AGCOM ma nessun esito drastico per la piattaforma
La segnalazione ad AGCOM risale a marzo. SIAE ha allegato una serie di link che rimandano a brani protetti e accessibili su Napster. Il gestore della piattaforma, non identificabile in modo diretto, non ha rilasciato alcuna risposta. Questa reazione avrebbe potuto portare ad un blocco integrale immediato ma AGCOM ha optato comunque per l’archiviazione analizzando nel dettaglio i link ricevuti. L’Autorità ha valutato che le violazioni segnalate rappresentano una parte trascurabile rispetto alla totalità dell’offerta legale di Napster. Non è un’assoluzione completa e definitiva ma al contempo nemmeno una condanna. Ci saranno ulteriori provvedimenti laddove necessario in seguito ad alcuni approfondimenti, ma per il momento nessun ban.
Il caso Napster è stato gestito secondo una procedura ordinaria, valutando manualmente caso per caso, e non tramite la piattaforma introdotta da AGCOM per casi come questo: Piracy Shield. Anche questa scelta ha sollevato alcune critiche. In particolare, la commissaria AGCOM Elisa Giomi ha più volte sollevato perplessità su Piracy Shield, criticandone costi, mancanza di verifiche indipendenti e rischio di decisioni poco ferree. La vicenda di Napster dimostra che la tutela del diritto d’autore online deve trovare un equilibrio tra efficacia e garanzie. Altrimenti si rischia di costruire un sistema capace di colpire anche chi semplicemente non risponde alle accuse.