Una notizia che recentemente ha scosso tutto il mondo dell’informatica di consumo riguarda la nota azienda tinta di rosso AMD e la società che si occupa di produrre schede madri AsRock, nello specifico, sembrerebbe che addirittura 108 CPU appartenenti alla famiglia Ryzen 9000 siano andata in fumo a causa di un problema riscontrato durante i loro utilizzo su schede madri appartenenti alla società citata precedentemente, una dinamica che ovviamente ha creato un alone di negatività attorno a entrambi i prodotti dal momento che tantissimi utenti, magari dopo un importante esborso, si sono ritrovati senza processore da un momento all’altro.
L’ammissione
A parlare della vicenda presso un’intervista con Tech Yes City e successivamente con Gamers Nexus, ci ha pensato Chris Lee, vicepresidente di Asrock, Quest’ultimo ha sottolineato le responsabilità della propria società, nel momento che ha riconosciuto la presenza di impostazioni BIOS un po’ troppo aggressive nei confronti dei professori in questione e nello specifico nel voltaggio erogato alla componente che ha poi riscontrato problemi.
Ovviamente la società ha provveduto a rilasciare immediatamente un aggiornamento del virus in grado di risolvere la problematica e di abbassare il voltaggio erogato alla CPU, nonostante tutto però non è ancora perfettamente chiaro se sia stato questo a causare la rottura dei professori o qualche altro elemento, ciò che lascia però ancora più perplessi è la presa di posizione della società che produce schede madri che si è presa a carico delle spese di spedizione di una nuova CPU, ma non il carico delle spese legate all’acquisto e alla sostituzione del processore andato in fumo a causa del malfunzionamento legato alla scheda madre.
Sicuramente qualche dettaglio in più e emergerà nelle prossime settimane quando verranno condotte analisi più approfondite, bisogna anche capire se AMD prenderà una posizione rilasciando una dichiarazione o se continuerà a restare in silenzio.