giovedì, Maggio 15, 2025

Auto e ambiente: giusto tassare chi inquina di più?

La fiscalità italiana ignora le emissioni: T&E chiede al governo un sistema equo, efficace e allineato con l’Europa pulita.

Auto e ambiente: giusto tassare chi inquina di più?

L’Italia continua a ignorare la relazione tra auto e clima, mantenendo una fiscalità che non distingue tra veicoli inquinanti e a zero emissioni. Solo Bulgaria e Slovacchia, insieme all’Italia, si ostinano a non collegare le tasse auto alle emissioni di CO2. Una realtà che contraddice apertamente il principio europeo del “chi inquina paga”. Secondo Transport & Environment, così si frena l’innovazione e si premiano scelte dannose. Nel settore delle auto aziendali, che rappresenta il 60% delle immatricolazioni europee, l’Italia resta indietro rispetto a Paesi come la Francia. Lì l’elettrico cresce grazie a una fiscalità favorevole. Qui, invece, il vantaggio fiscale per l’auto elettrica concessa in fringe benefit è tra i più bassi in Europa: circa 14.700 euro in quattro anni, contro i 30.300 del Portogallo.

Tassazione diversa per le auto aziendali

Dal 1° gennaio 2025 è cambiata la tassazione delle auto aziendali. Vantaggi fiscali più ampi per elettriche e plug-in hybrid, ridotti per le endotermiche. Il divario fiscale resta però minimo. Un SUV elettrico di segmento C, in quattro anni, fa risparmiare appena 2.400 euro rispetto al suo “gemello” a benzina. Sufficiente per cambiare rotta? Transport & Environment sostiene di no. Anche su altri fronti fiscali l’Italia sbaglia. Le esenzioni non fanno differenze tra mezzi inquinanti e mezzi puliti. Veicoli storici altamente inquinanti restano esenti dal bollo. Un controsenso che mina ogni sforzo per un futuro sostenibile. Perché continuare a premiare l’inquinamento?

T&E chiede di rimodulare la tassa di immatricolazione secondo le emissioni di CO2 e il costo dell’auto. Il secondo passo sarebbe quello di rivedere la tassazione sulle auto aziendali. Le emissioni dovrebbero diventare il parametro guida per la detraibilità IVA, la deducibilità del costo e il calcolo dei fringe benefit. Si propone poi di eliminare ogni esenzione dal bollo per i veicoli storici inquinanti. Secondo Esther Marchetti, servono segnali chiari. La riforma sulle auto aziendali ha mostrato qualche effetto positivo, ma è solo l’inizio. Il fisco può spingere verso la transizione, se applicato con coerenza. Perché attendere ancora?

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