energia nucleare

Nel corso degli anni, o forse è meglio dire quasi secoli, ci sono stati moltissimi dibattiti sull’energia nucleare e sulla sua pericolosità. In passato, esplosioni di centrali nucleari come quelli di Hiroshima, Nagasaki e Černobyl’, hanno inciso inevitabilmente sulla nostra visione di questo tipo di energia e soprattutto delle strutture che la producono.

Tornando ai tempi odierni, con la guerra in Ucraina, diversi Paesi hanno cercato di trovare una soluzione per avere un’indipendenza energetica dalla Russia. L’Italia, ad esempio, è uno dei paesi europei con la più alta dipendenza energetica dall’estero; infatti, nel 2021 le importazioni da altri Paesi di combustibili fossili hanno coperto ben il 77% del fabbisogno nazionale.

Di conseguenza è quasi inevitabilmente, l’energia nucleare è diventata un’alternativa papabile per l’indipendenza.

Ma prima, cos’è l’energia nucleare?

Innanzitutto, bisogna sapere cosa sia l’energia nucleare. Con il termine energia nucleare si indica un tipo di energia liberata durante le trasformazioni di nuclei atomici. Queste avvengono principalmente attraverso dei processi di fissione o di fusione. La tecnologia per la produzione di energia nucleare prevede inoltre la realizzazione di un reattore al cui interno vengono innescate le reazioni di fissione del combustibile. Solitamente vengono usati isotopi di uranio, plutonio e torio. L’energia nucleare liberata poi dalla fissione viene convertita in energia termica sfruttabile per la produzione dell’energia elettrica.

Come già anticipato, il ricorso all’energia nucleare è però oggetto di accesi dibattiti e discussioni sia dal punto di vista politico che ambientale.

Il grande dibattito sul suo utilizzo

L’energia nucleare permette di utilizzare dei processi di fissione per ottenere energia elettrica, ma è un argomento controverso, oggetto di discussioni politiche e scientifiche. Da una parte troviamo infatti sostenitori, come la World Nuclear Association, che affermano come essa sia una fonte sicura e sostenibile e quanto ridurrebbe le emissioni di anidride carbonica, nonché una tecnologia indispensabile per affrancarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili.

Al contrario, gli oppositori, tra cui Greenpeace e NIRS, sostengono che l’energia nucleare comporti numerose minacce per la popolazione e per l’ambiente. Inoltre, ritengono che la costruzione dei degli impianti sia troppo cara e lenta rispetto alle fonti di energia sostenibili e che non esiste un modo sicuro al momento per smaltire e stoccare le scorie radioattive, oltre alle possibili conseguenze di un eventuale disastro nucleare.

Da una parte, quindi, l’energia nucleare potrebbe essere una valida alternativa per ridurre le emissioni di anidride carbonica e arrivare alla carbon neutrality come previsto dall’accordo di Parigi.

I pro e i contro dell’energia nucleare

I principali vantaggi che possiamo individuare sono:

  • la riduzione delle emissioni di CO2, con una conseguente diminuzione dell’impatto ambientale e dell’effetto serra;
  • la riduzione dell’utilizzo di fonti fossili, in particolare del petrolio riducendo i costi di acquisto di energia dall’estero e aumentando l’indipendenza energetica;
  • la produzione elevata di energia elettrica: con l’utilizzo di quantità ridotte di uranio, infatti, si può alimentare un impianto da 1 GW e soddisfare il fabbisogno di mezzo milione di persone;
  • la riduzione delle spese nel lungo periodo, data la scarsa quantità di uranio necessaria per la produzione di energia oltre al fatto che un singolo impianto nucleare ha un ciclo di vita lungo e rende più semplice ammortizzare l’investimento iniziale per la sua realizzazione.

I principali svantaggi dell’energia nucleare, invece, sono:

  • la produzione esclusiva di energia elettrica: attraverso l’energia nucleare, infatti, si può produrre esclusivamente energia elettrica e di conseguenza non si risolverebbe il problema dell’approvigionamento di gas;
  • le conseguenze gravissime in caso di incidenti;
  • l’onerosità dell’investimento iniziale;
  • l’inquinamento sanitario e ambientale derivante dalla gestione delle scorie poiché produce dei rifiuti radioattivi molto dannosi per l’uomo e per l’ambiente, che non possono essere distrutti e che richiedono un particolare procedimento di stoccaggio in depositi di massima sicurezza.

E quindi, è pericolosa sì o no?

La risposta non è così semplice dati i numerosi da tener in considerazione. Tuttavia l’impossibilità dello smaltimento delle scorie radioattive e del loro apporto all’ambiente in maniera negativa ci fa protendere verso una visione negativa.

Secondo gli ultimi dati forniti dall’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione), solo nel nostro paese sono presenti circa 31mila metri cubi di rifiuti radioattivi collocati in 24 impianti e distribuiti su 16 siti in 8 Regioni e nel CISAM di Pisa.

Questi rifiuti radioattivi derivano dall’esercizio dei 4 impianti nucleari – Caorso, Garigliano, Latina, Trino – entrati in attività tra il 1963 e il 1978, dismessi tra il 1987 e il 1990 – e dalle attività di ricerca nell’ambito del ciclo del combustibile nucleare. Vanno anche aggiunti i rifiuti di origine medica, industriale e di ricerca e che ammontano ad alcune centinaia di metri cubi l’anno. Per non parlare di quelli che saranno generati dalle attività di smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari dismessi.

Se poi consideriamo il rischio di esplosione e il danno che esso provocherebbe a lungo termine, come successo già in passato, il timore schizza alle stelle. Non esiste certezza di sicurezza in tal senso. Una valida alternativa maggiormente ecosostenibile e con meno rischi sarebbe infatti l’energia solare che ha diminuito i costi del 90% e l’energia eolica con il 70% di decremento.

In base a questi dati cosa pensate? Investire nelle centrali e affidarsi all’energia nucleare è una buona scelta o sarebbe meglio valutare altre alternative? Magari, fatecelo sapere tramite i nostri canali social.

 

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