Il James Webb Space Telescope sta fin dalla sua messa in orbita, offrendo numerose immagini che per il genere umano precedentemente erano impossibili da acquisire, i suoi strumenti infatti, grazie alla possibilità di guardare in modo esteso nell’infrarosso, riescono a superare le varie coltri di polveri stellari e dunque possono andare maggiormente in profondità nell’Universo, dettaglio che equivale ad andare maggiormente indietro nel tempo.

Ed effettivamente Webb ci ha offerto già tantissimi dati e scatti, alcuni all’interno del nostro Sistema Solare, basti pensare alle immagini di Nettuno e Plutone, altre invece ben al di fuori, consentendo addirittura la rilevazione di molecole organiche all’infuori della nostra galassia.

 

L’Universo appena diventato trasparente

Ebbene recentemente il telescopio ha deciso di puntare i propri occhi verso la zona di cielo conosciuta come GOODS-South nella zona della costellazione della Fornace.

I dati che hanno costituito lo studio dal titolo Advanced Deep Extragalactic Survey, sono stati raccolti attraverso la NIRCam in un periodo di tempo compreso tra 29 settembre e il 10 ottobre 2022 con diversi filtri, ciò ha permesso di ipotizzare come si sia passati dall’Universo opaco a quello trasparente.

Se tornassimo indietro all’origine del cosmo, vedremmo com quest’ultimo non era trasparente alla propagazione delle onde elettromagnetiche, le quali non potevano passare facendo risultare l’Universo opaco, circa un miliardo di anni dopo, l’Universo però diventò trasparente, consentendo dunque la sua osservazione.

Come sia successo tutto ciò ancora non è perfettamente chiarito, sono molte le teorie, il JWST ha però consentito di capire qualcosa in più, sostanzialmente si pensa che poco dopo la sua formazione l’Universo era denso di gas caldi e opaco, dopodiché espandendosi ha iniziato a raffreddarsi ma anche a vedere la formazione delle prime stelle, le quali aggregandosi hanno iniziato a formare galassie a riscaldare nuovamente l’Universo stesso, fase di reionizzazione, creando delle bolle di trasparenza.

Per dedurre ciò JWST ha osservato impiegando i filtri F090W, F115W, F150W, F200W, F277W, F335M, F356W, F410M e F444W, delle galassie lontane vicine ad un quasar (da 10 miliardi di masse solari) che potesse “illuminare” il gas, notando che effettivamente esse avevano intorno a se zone trasparenti da circa 2 milioni di anni luce, parliamo di un periodo di tempo pari a 600 milioni di anni dopo il Big Bang, cosmologicamente parlando se l’età dell’Universo fosse di un anno, l’osservazione sarebbe di circa 16 giorno dopo la sua nascita.

Articolo precedenteRabona Mobile Scrive ai Clienti: Una Lettera Aperta Che Fa Rumore. E Vodafone?
Articolo successivoYHE BP Doctor PRO: lo smartwatch che si crede un medico [Recensione]