Smartphone, non è vero che ascoltano tutto ciò che diciamo

È diffusa la credenza tra alcuni utenti che gli smartphone possano essere la causa della visualizzazione di annunci pubblicitari in rete, in particolare monitorando le conversazioni tramite i microfoni dei dispositivi. Tuttavia, questa convinzione è solo un’illusione.

Smartphone: l’esperimento sfata tutti i miti

Il Daily Mail, testata giornalistica britannica, ha sfatato questo mito attraverso un esperimento: ha creato un account Google fittizio e un finto account Facebook per un utente inesistente chiamato Robin. Hanno poi condotto diverse prove, parlando di argomenti e prodotti vicino allo smartphone utilizzato per l’esperimento. Dopo due giorni, il dispositivo non ha mostrato annunci pertinenti alle discussioni tenute.

Il responsabile della sicurezza della rete dell’azienda ha evidenziato che non c’è bisogno che gli smartphone ascoltino le conversazioni per proporre annunci pubblicitari pertinenti. Questa pratica sarebbe dispendiosa per le aziende, che hanno altri metodi più efficaci. Gli annunci visualizzati dagli utenti dipendono principalmente dalle ricerche effettuate sul web. Ad esempio, cercando un prodotto su Google o aggiungendo un articolo al carrello su Google Store o Amazon, si riceveranno suggerimenti e annunci basati su tali ricerche.

Questa pratica di profilazione è adottata da molte aziende per incrementare le vendite. Tuttavia, gli utenti possono scegliere di non essere profilati attraverso questa pratica. È sufficiente visitare myadcenter.google.com e controllare le opzioni relative alla gestione della privacy, disattivando la voce “Annunci personalizzati” per evitare di ricevere consigli basati sulle ricerche effettuate.

In conclusione, non c’è motivo di preoccuparsi riguardo al proprio smartphone che ascolta le conversazioni. Le aziende utilizzano metodi diversi, principalmente basati sulle ricerche online, per proporre annunci pubblicitari pertinenti agli utenti.

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