chatGPT bannato in Italia

ChatGPT, il chatbot avanzato basato sull’intelligenza artificiale che ha preso d’assalto il mondo, è stato bandito in Italia per ordine dell’autorità nazionale per la protezione dei dati.

In una dichiarazione rilasciata venerdì dal Garante della Privacy, è stato affermato che OpenAI non è stato trasparente riguardo alla sua raccolta di dati e non ha fornito alcuna base legale per la raccolta e l’archiviazione di massa di dati personali allo scopo di addestrare il suo algoritmo.

Ha anche affermato che le risposte inaffidabili di ChatGPT equivalgono a un trattamento impreciso dei dati personali e che OpenAI non è riuscita a implementare un filtro di età che impedisce ai minori di 13 anni di accedere e utilizzare la piattaforma.

OpenAI ora ha 20 giorni per rispondere al Garante e spiegare quali misure ha adottato in risposta ai suoi risultati, oppure potrebbe dover affrontare una causa da 20 milioni di euro o fino al quattro per cento del suo fatturato globale annuo ai sensi del GDPR.

Una questione di privacy

Il garante aveva precedentemente bandito un altro chatbot basato sull’intelligenza artificiale chiamato Replika, commercializzato come un amico virtuale, piuttosto che uno strumento di produttività, per problemi di sicurezza.

Ma la vera bomba a orologeria è la negazione della base legale, che dovrebbe applicarsi a TUTTI o almeno a molti sistemi di apprendimento automatico, non solo all’IA generativa“.

Un portavoce di OpenAI ha dichiarato alla BBC che è “impegnata a proteggere la privacy delle persone e riteniamo di rispettare il GDPR e altre leggi sulla privacy“.

Riteniamo inoltre che la regolamentazione dell’IA sia necessaria, quindi non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con il Garante e istruirli su come i nostri sistemi sono costruiti e utilizzati“, ha aggiunto il portavoce.

FONTEscottishlegal
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