Mentre prosegue il lavoro sull’Identità Nazionale Digitale, bisogna ricordare che la scadenza delle convenzioni per la gestione dello SPID si avvicina. Nello specifico, essa scadrà ad aprile 2023, come stabilito dall’Agenzia per l’Italia Digitale con una proroga d’ufficio dopo la scadenza di fine 2022.
SPID: quando scomparirà e da cosa verrà sostituito?
“Il 20 febbraio, ho incontrato le aziende che mi hanno portato all’attenzione le richieste già espresse al sottosegretario all’innovazione Alessio Butti”, afferma il direttore generale di Agid Francesco Paorici. In particolare, si è discusso dei costi, delle spese per i servizi d’assistenza da garantire ai 33 milioni di utenti SPID e 12mila pubbliche amministrazioni.
Gli identity provider lamentano la mancata collaborazione con il Governo, che non ha mai creato le condizioni per far sì che i privati adottassero lo SPID e generassero flussi di cassa per le aziende che gestiscono il servizio. Al momento non è stato raggiunto un accordo, e in assenza di un’intesa tra le parti, lo SPID potrebbe cessare di funzionare tra poco più di un mese.
Il presidente di Assocertificatori ha dichiarato: “Data l’importanza del servizio, siamo disposti ad accettare un’ulteriore proroga di alcuni mesi, purché ci sia la volontà politica di affrontare il problema della sostenibilità economica del sistema. Siamo pronti a collaborare per definire insieme una strategia”.
Egli inoltre ha spiegato che quando lo SPID è stato creato, “il legislatore aveva stabilito un principio: l’infrastruttura sarebbe stata gratuita per i cittadini e la Pubblica Amministrazione e finanziata dai flussi di cassa dei provider, che sarebbero stati ripagati dalle transazioni dei privati”. I certificatori hanno più volte richiesto di promuovere l’uso dello SPID a pagamento nel settore professionale e per le persone giuridiche, e di “creare un sistema di crediti d’imposta per incentivare i service provider privati, ma non è stato fatto nulla”. Le aziende intanto chiedono la creazione di un fondo dedicato per coprire tali costi di servizi e un maggiore coinvolgimento nel piano per la creazione dell’IDN.