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Oltre il circolo polare artico, a Kiruna, nella Lapponia svedese, gli scienziati hanno trovato quella che dovrebbe essere la più grande fonte al mondo di terre rare, minerali considerati cruciali per alimentare la svolta ecologica, ma che oggi vengono prodotti quasi esclusivamente in Cina, con importanti implicazioni ambientali.

L’organizzazione mineraria Lkab, controllata dal governo svedese e attiva da 130 anni a Kiruna (e che fornisce l’80% del minerale di ferro europeo) ha confermato la notizia. Si prevede che Per Geijer, un nuovo giacimento di terre rare nelle vicinanze, abbia 1 milione di tonnellate di ossidi di terre rare, che “sarebbero sufficienti a soddisfare una parte importante del futuro fabbisogno dell’UE per la creazione di magneti permanenti necessari per i motori elettrici e le turbine eoliche”, come afferma la Lkab.

Svezia, il giacimento è una scoperta che rasserena tutti

Questo è il più grande giacimento di terre rare della nostra regione e ha il potenziale per svolgere un ruolo significativo nella produzione di materie prime critiche necessarie per facilitare la transizione verde. Le auto elettriche non possono esistere senza le miniere”, ricorda il presidente e responsabile marketing di Lkab, Jan Moström. Anche il ministro svedese dell’Energia e dell’Industria Ebba Busch ne è certa: “La miniera è il primo passo verso la piena elettrificazione, l’autosufficienza e la liberazione dell’Unione Europea dalla Russia e dalla Cina.

Le catene del valore economico dell’Europa devono essere rafforzate e devono essere create autentiche prospettive di elettrificazione della nostra società. Affinché le imprese possano effettuare la transizione verso una produzione senza combustibili fossili e rispettosa dell’ambiente, è necessario mettere in atto politiche di sostegno. Il settore minerario svedese ha molto da offrire, soprattutto in considerazione dell’elevata domanda di minerali necessari per portare a termine la trasformazione”.

L’attuale problema climatico e i costi energetici molto elevati sono direttamente attribuibili alla dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili, per cui il continente non può permettersi di passare alle materie prime necessarie per la transizione verde. Già ora, l’Europa dipende molto da un piccolo numero di nazioni al di fuori dei suoi confini per l’approvvigionamento di materie prime; tra il 75% e il 100% della maggior parte dei metalli proviene da fuori, e il 98% delle terre rare che consumiamo proviene dalla sola Cina.

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