Robot: si chiama Ai-Da e presto finirà in tribunale

Si chiama Ai-Da (da AI= Artificial Intelligence) e presto il robot dovrà fornire delle prove alla Camera dei Lord del Regno Unito per via di un’indagine in corso su come l’intelligenza artificiale possa cambiare l’industria dell’arte.

Robot: le critiche nate dopo la notizia

Come la maggior parte dei robot che in futuro prenderanno piede sulla Terra, anche Ai-Da ha un aspetto simile a quello umano. L’AI ultimamente è stata in grado di ritrarre la regina Elisabetta II e presto affronterà un’ondata di domande sulle opportunità di essere coinvolta nell’industrie creativa, sulla gestione della proprietà intellettuale e sul futuro della tecnologia, direttamente in tribunale.

Il creatore del robot, Aiden Meller, umilmente parlando, si è dichiarato fiero del risultato. “Il fatto che Ai-Da stia fornendo prove in una di queste sessioni è piuttosto sensazionale”, ha confidato a Sky News. Poi ha parlato di quanto la tecnologia abbia fatto passi da gigante negli ultimi anni. Noi aggiungiamo, se adesso i robot sono già in grado di disegnare capolavori simili, cosa saranno capaci di fare tra 10 anni? Meglio non pensarci, soprattutto dopo quanto dichiarato dai profeti Baba Vanga e Nostradamus. 

L’avvenimento in tribunale è stato scaturito nello specifico da un artista che ultimamente grazie ad immagini realizzate dai robot si è aggiudicato un concorso artistico. Inutile dire quante critiche si siano alzate dopo la notizia. Tra le più dure vi è quella del fumettista Chris Shehan su Twitter: “L’Intelligenza Artificiale non è una persona, e la persona che l’ha generata inserendo le parole nell’IA non è un artista. Questo non dovrebbe essere permesso. È orribile”.

E voi, siete d’accordo con lui? Da che parte siete?

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