Da sempre uno dei maggiori problemi che affligge l’umanità ma che allo stesso tempo è direttamente collegato alla sua presenza sul pianeta è il buco nell’ozono, un assottigliamento che viene definito tale quando raggiunge almeno il 25% dello spessore totale dello strato, il quale viene letteralmente divorato da sostanze denominate Clorofluorocarburi o CFC, presenti in sistemi refrigeranti e bombolette spray.

La reazione che provoca l’assottigliamento è molto semplice:

  • CFCl3 + Raggi UV → CFCl2 + Cl
  • Cl + O3 → ClO2 + O

Quindi l’Ozono viene letteralmente scomposto dai CFC, ed a quanto pare il problema non è presente solo al Polo Sud, bensì anche nelle regioni tropicali del pianeta, questa triste realtà è stata pubblicata sulla rivista American Institute of Physics Advances, questo inquietante risultato emerge da uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Waterloo, a Ontario, in Canada.

 

Il danno può essere incalcolabile

Lo studio ha evidenziato come l’assottigliamento dello strato di Ozono in alcuni punti arrivi addirittura all’80%, un dato che fa paura dal momento che lascia intuire come la zona rimanga interamente esposta alla radiazione ultravioletta che giunge dal Sole, dato ulteriormente preoccupante se pensiamo che ai tropici vive la maggioranza della popolazione mondiale che, secondo gli scienziati inizierà a sperimentare gli effetti negativi di questo buco direttamente sulla loro pelle.

L’esposizione agli UV aumenta infatti significativamente il rischio di contrarre tumori della pelle e abbassa significativamente le difese immunitarie umane, senza tener conto che il danno per ecosistemi marini e terrestre sarebbe e sarà ugualmente impressionante.

Secondo gli autori dello studio il buco nell’Ozono tropicale potrebbe svolgere un ruolo determinante nel cambiamento climatico della Terra.

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