Negli scorsi giorni la piattaforma di contenuti in streaming Netflix ha perso oltre il 20% in borsa in una sola giornata ed il trimestre non è andato secondo le aspettative. La notizia è impressionante, soprattutto dopo la crescita che ha avuto nell’ultimo anno.

La crescita dell’ultimo anno è però dovuta anche alla pandemia in corso, che ha costretto milioni di utenti in casa per trascorrere la quarantena. La crescita della piattaforma è stata una crescita conseguente alla chiusura in casa. Scopriamo maggiori dettagli.

 

Netflix ha perso oltre il 20% in borsa in un solo giorno

Tutto nasce dall’annuncio fatto giovedì dalla compagnia, che nel trimestre in corso prevede di aggiungere “solo” 2,5 milioni di abbonati, contro i 4 milioni dell’anno passato. Se qualche tempo fa qualcuno avesse scommesso sul fatto che un canale streaming sarebbe cresciuto a questa velocità, probabilmente gli affezionati alla televisione via cavo americana gli avrebbero consigliato di vedere al più presto un dottore bravo. Adesso però non basta più, nonostante Netflix abbia appena centrato successi planetari come “Squid Game” e ora “Don’t Look Up”, incassando 7,71 miliardi di dollari di ricavi nel corso del trimestre, con un aumento del 16%.

Ci sono problemi legati alla concorrenza che avanza, in particolare Disney +, e difficoltà ad attirare quel terzo di utenti che resta affezionato alla tv tradizionale, forse perché il servizio streaming non ha dirette sportive, eventi live, e magari anche l’informazione. Il presidente Reed Hastings però ha ammesso in una video call citata dal Wall Street Journal che “il Covid ha introdotto così tanto rumore“, e la sua compagnia forse soffre un po’ di “overhang”, ossia gli eccessi provocati dalla pandemia.

È ovvio, in altre parole, che i lockdown hanno cambiato le nostre abitudini, costringendoci a casa. Magari alla fine avremmo comunque abbandonato i cinema, per la comodità di vedere sul nostro divano gli ultimi film usciti, ma le chiusure hanno accelerato il fenomeno. L’impatto è ovviamente più forte sui titoli delle compagnie tecnologiche, che si erano avvantaggiate grazie alle chiusure imposte dalla pandemia. Questo è dimostrato dal fatto che l’indice Nasdaq ha perso oltre il 10% del suo valore, ossia la soglia che determina ufficialmente l’ingresso nella fase di “correction”. Probabilmente adesso il mondo si sta semplicemente “abituando” alla pandemia.

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