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La variante indiana si è mutata direttamente in un’altra ovvero la variante Delta Plus. Al momento quest’ultima non sta risultando un pericolo come quella da cui si è originata, ma gli scienziati la stanno studiando attentamente per capire cosa potrebbe succedere nell’immediato futuro; già se solo fosse contagiata quanto l’altra il pericolo è alto.

Di per sé la variante Delta Plus è stata identificata per la prima volta soltanto verso la metà di marzo. Attualmente invece sono due i ceppi della suddetta variante che si stanno diffondendo nel mondo, AY.1 e AY.2. La differenza principale rispetto al ceppo precedente è la mutazione della proteina spike K417N, un gene già visto in altre varianti come in quella brasiliana.

 

Variante Delta Plus: un nuovo pericolo?

Questa mutazione di per sé facilità l’interazione con il recettore delle nostre cellule ACE2; solo quest’ultima quindi permette alla variante Delta Plus di infettare con meno problemi il corpo umano, anche di fronte a un’organismo protetto dai vaccini attualmente disponibili. In generale ha dimostrato di essere rendere il processo più semplice anche più di altri ceppi.

Detto questo però, non basta una mutazione a rendere la variante Delta Plus un pericolo maggiore di altre, ma è la somma di tutte. Al momento gli studi stanno ancora cercando di capire come tutte le mutazioni lavorano insieme e quali sono effettivamente quelle più pericolose. Già di per sé la variante Delta presenta tre mutazioni sulla proteina spike e questo la sta rendendo una minaccia per la lotta alla pandemia a livello globale.

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