Con l’ultimo lancio di SpaceX, in orbita arrivano anche i calamari.
Potrà sembrare fantascienza, e invece è tutto vero: questi organismi sono stati selezionati per uno studio estremamente importante per valutare l’interazione tra diverse forme di vita in un contesto “insolito”. Come appunto lo è la microgravità che si sperimenta a bordo della ISS.
Nell’ambito della missione CRS-22, che corrisponde al ventiduesimo lancio di SpaceX per rifornire la Stazione Spaziale Internazionale e il suo equipaggio, a bordo della capsula cargo Dragon c’erano infatti anche dei cuccioli di calamaro delle Hawaii (Euprymna scolopes), quindi ancora immaturi.
Calamari nello spazio: la geniale trovata per studiare come cambia l’equilibrio fra vertebrati e microbiota in contesti di microgravità
Come cambia la relazione simbiotica tra organismo e ospite in microgravità? E’ questa la domanda che gli scienziati si sono posti e sulla base della quale hanno ideato questo studio. Questo permetterà di capire come migliorare le condizioni di salute degli astronauti e per estensione acquisire conoscenze applicabili anche qui sulla Terra.
La ricerca si inserisce nell’ambito del progetto NASA UMAMI (l’acronimo di “Understanding of Microgravity on Animal-Microbe Interactions”).
La particolare specie di calamari scelta presenta una caratteristica bioluminescenza, che è data dal batterio Vibrio Fischeri. Il batterio e questa specie di calamaro vivono in una condizione di simbiosi: i calamari appartenenti a questo gruppo emettono luce per nascondere la propria ombra quando vanno a caccia di notte.
Esattamente come nel loro caso, anche la razza umana vive una stretta relazione con i batteri che convivono nel corpo: la flora batterica intestinale ne è il perfetto esempio. I microbi giocano un ruolo fondamentale nel normale sviluppo dell’organismo umano e nel suo corretto stato di salute. Studiarli potrà dunque chiarire quali meccanismi si innescano in condizioni “estreme”.