chernobylA quanto pare, nonostante siano passati ben 35 anni dal più grande disastro nucleare della storia, avvenuto precisamente il 26 aprile 1986 a Chernobyl, per la radioattività si muore ancora. Intorno all’una di notte di quel 26 aprile, il reattore numero 4 della centrale nucleare esplose a causa di una mancata preparazione e diversi errori causati dagli umani.

Nell’ambiente, iniziò a espandersi una nube nell’ambiente, la quale raggiunge tutta l’Europa occidentali, e che aveva una radioattività di ben 100 volte superiore a quella della bomba atomica di Hiroshima. Il numero delle vittime non è mai stato mai accertato, ma sono sicuramente tante, oltre ai tumori mortali che hanno invaso Ucraina, Russa e Bielorussia.

 

 

Chernobyl: a distanza di anni una novità incredibile

Attualmente, il Ministro della Cultura dell’Ucraina, Oleksandre Tkachenkom ha deciso di voler candidare la famosissima Zona di esclusione di Chernobyl al patrimonio mondiale dell’UNESCO. Infatti, le autorità ucraine credono fermamente che potrebbe non essere adatta agli umani per ben 24mila anni.

Se questa richiesta dovesse essere accolta, la Zona di esclusione, che è grande quanto il Lussemburgo, potrebbe diventare una vera e propria riserva naturale. Di fatto, dopo il disastro, anche lupi, alci e una particolare razza di cavalli dell’Asia, vivono in questa zona. Sembra paradossale, ma la tutela del territorio intorno alla centrale di Chernobyl potrebbe “Offrire un’opportunità unica per preservare la biodiversità. Dopo questo successo, sempre a Chernobyl potrebbero essere introdotti esemplari di bisonte europeo, che già vaga oltre il confine in Bielorussia”, secondo Denys Vyshnevsky, capo del dipartimento scientifico della riserva naturale della città radioattiva.

Articolo precedenteThe Witcher: a che punto siamo con la seconda stagione?
Articolo successivoAndroid Auto: ecco una Spotify come non l’avete mai sentita prima