Neuralink

Neuralink Corporation è un’azienda statunitense di neurotecnologie che si occupa di sviluppare interfacce neurali impiantabili. Il suo fondatore è Elon Musk e la sua sede è a San Francisco. Qualche giorno fa, la nota azienda statunitense ha reso pubblico un video di un macaco mentre gioca a Pong in maniera alternativa. La scimmia, infatti, non giocava utilizzando le mani, bensì il pensiero.

Tutto ciò, grazie al chip wireless N1 Link che, in futuro, potrebbe aiutare le persone disabili o paralizzate a riottenere alcune abilità motorie. L’impianto di questo chip wireless nel cervello del macaco è servito a fargli spostare le bacchette del videogioco. Non si tratta di un esperimento fine a se stesso. Neuralink, infatti, ci tiene a specificare che questo esperimento fa parte del processo di studio e sviluppo della tecnologie Link che ha un obiettivo specifico: aiutare le persone con disturbi neurologici e disabilità proprio attraverso un impianto neurale wireless poco invasivo che permetterebbe loro di riavere alcune abilità, anche motorie.

Neuralink: il chip wireless N1 Link potrebbe aiutare le persone con paralisi

Il protagonista del video di Neuralink è Pager, un macaco di nove mesi nel cui cervello gli scienziati hanno impiantato due chip Link, uno nella corteccia motoria sinistra e un altro nella corteccia motoria destra. Nello specifico, i due chip sono stati impiantati nelle aree cerebrali coinvolte nel controllo delle mani e  delle braccia. Il chip N1 Link impiantato nel cervello della scimmia è un dispositivo di registrazione neurale e di trasmissione dati dotato di 1.024 elettrodi.

L’obiettivo di Neuralink è quello di utilizzare le previsioni di movimento fornite dai chip N1 Link per offrire la possibilità alle persone paralizzate di poter muovere un cursore su uno schermo con il solo pensiero oppure di digitare messaggi di testo o, più semplicemente, videogiocare esattamente come Pager fa nel video. Sicuramente il traguardo più ambizioso che l’azienda statunitense vuole raggiungere è quello di riuscire perfino a ripristinare anche la mobilità fisica nei pazienti con paralisi. Non ci resta che aspettare per vedere i risultati di questo straordinario esperimento.

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