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L’enorme ricchezza che hanno guadagnato alcuni paesi del medio oriente negli ultimi decenni gli ha permesso di investire in diversi business. Qualcuno si è buttato su compagnie finanziarie, altri su squadre di calcio, ma lo scopo è sempre lo stesso, guadagnare e o farsi pubblicità. Tra i diversi investimenti, di recente il principe ereditario dell’Arabia Saudita ha deciso di puntare anche sul gaming.

Secondo quanto rilevato da Bloomberg, Mohammad bin Salman ha acquistato 3,3 miliardi di dollari di azioni di società del settore. Si sta parlando di Activision-Blizzard, EA e Take-Two. Rispettivamente si sta parlando di 14,9 milioni di azioni, 7,4 milioni e 3,9 milioni. I soldi arrivano direttamente dal fondo sovrano dell’Arabia Saudita.

È la prima volta che il fondo punta su questo genere di business. In passato ci aveva già provato una volta, ma non è andato bene. Il campionato europeo di League of Legends, che fa capo a Riot ma che ha abbastanza autonomia per certi aspetti, stava per collaborare proprio con il fondo per dare vita a una città intelligente in Arabia Saudita. Una protesta da parte dei fan ha fatto cambiare idea al campionato dopo un solo giorno.

 

L’Arabia Saudita e i videogiochi

Difficile pensare a un’influenza netta da parte del principe ereditario su eventuali sviluppi di giochi. L’acquisto di queste azioni, come detto, mira più che altro a portare guadagni importanti al fondo il quale cerca di diversificare per evitare di basare tutta la ricchezza dell’Arabia Saudita sul petrolio. Da questo punto di vista è sicuramente una misura intelligente, ma il problema riguardano le differenze culturali tra il suddetto paese e il mondo occidentale. Una loro eventuale intromissioni su eventuali giochi potrebbe causare massive proteste da parte dei videogiocatori.

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