Nelle più tremende difficoltà, talvolta, emergono le migliori soluzioni. Nell’arco del prossimo ventennio potremmo assistere a moltissime realtà che nasceranno con l’intento di fronteggiare i problemi comuni all’intero pianeta, tra cui il riscaldamento globale, le disuguaglianze economiche e sociali e l’inquinamento da plastica.

Proprio in quest’ultimo settore si è specializzata la Gjenge Makers Ltd, un’azienda assolutamente rivoluzionaria nata in Kenya dalla volontà e dalla perseveranza di una giovane donna ingegnere, Nzambi Matee.

Conscia delle dimensioni colossali del problema, e stanca di vedere il proprio governo non occuparsene in maniera efficace, Matee ha deciso di ideare un processo produttivo per reimpiegare gli scarti di plastica nel creare mattoni per gli edifici.

Gjenge Makers, quando l’ingegno incontra l’occasione

La strabiliante storia del giovane ingegnere ha attratto l’attenzione del mondo intero: non solo questo nuovo materiale appare assolutamente consono al suo obiettivo, ma risulta addirittura da 5 a 7 volte più resistente del cemento.

Le scorte di plastica provengono dai rifiuti in polietilene a bassa e alta densità stoccati e prelevati presso gli impianti di confezionamento locali, per poi essere avviati alla trasformazione. Nello stabilimento saranno poi trattati e compattati attraverso presse idrauliche capaci di sviluppare un’enorme forza e infine rivenduti.

Il risultato di questo processo permette di ottenere perfette mattonelle in vari colori, con un costo di circa 7 euro al metro quadro, prodotte da scarti che altrimenti non sarebbero stati più “trasformati né riciclati”, come riferisce la stessa Matee parlando della sua azienda.

Non possiamo che augurare alla Gjenge Makers di prosperare e sperare che molte altre realtà nel mondo seguano questo esempio di straordinaria attenzione all’ecosostenibilità e abnegazione.

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