Nell’arco del terzo trimestre, le banche italiane hanno vissuto un periodo di ripresa rispetto ai mesi precedenti. Il risultato non è stato solo frutto di un trend in positivo di tutta l’economia italiana, ma anche di un’attenta pianificazione di strategie ed interventi messi in atto già a partire dallo scorso marzo.

Una delle linee d’azione che hanno contribuito anche ad agevolare numerose famiglie italiane è stata la maggior concessione di prestiti e mutui, sia a famiglie che ad imprese, che ha registrato un +4,8% rispetto ai numeri pre Covid.

Ma attenzione, perché la stipula di un mutuo – in quanto contratto a tutti gli effetti – nasconde delle insidie presenti in alcune clausole contrattuali, che potrebbero esser fatte valere in alcuni casi. Tra cui, la restituzione immediata dell’intero mutuo.

Mutuo da restituire, quando si verifica questa circostanza?

L’eventualità che si arrivi a far valere la “decadenza del termine”, ossia la clausola che comporta per il cliente la restituzione per intero della somma anticipata, è piuttosto rara. Ma non per questo da sottovalutare.

La banca può infatti ricorrere a questo strumento qualora il cliente risultasse insolvente per diverso tempo. Ad esempio, laddove si abbiano numerosi arretrati di mensilità non corrisposte.

Per fronteggiare il mancato pagamento, quindi, la banca può far valere la clausola della “decadenza del termine”, che però, per quanto contemplata, quasi mai risulta risolutiva: se già una famiglia – o un soggetto singolo – non riesce a stare al passo col pagamento delle rate, è inverosimile che abbia il denaro per restituire l’intero importo del mutuo in un’unica soluzione, interessi compresi.

Pertanto molto spesso l’applicazione di questa pratica non porta ad alcuna soluzione, e si deve procedere alle fasi successive, tra cui l’escussione dell’ipoteca messa sulla casa.

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