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Sono passati tre anni da quando il batterygate ha scosso il colosso statunitense per un paio di mesi; sarebbe dovuta durare di più tale situazione, ma al giorno d’oggi ci si dimentica in fretta. La questione, in breve, era che Apple rallentava volontariamente gli iPhone così da poter permettere alla batteria di funzionare a dovere.

L’accusa dietro a questo sistema non riguarda solo il rallentamento del dispositivo, ma piuttosto la scarsa comunicazione in merito. Un rallentamento del genere ha convinto negli anni moltissimi consumatori a semplicemente cambiare telefono. In realtà, con una normale sostituzione della batteria, l’iPhone tornava a funzionare a dovere.

Il caso è subito diventato grosso, ma le accuse e i processi si sono trascinate fino all’inizio di quest’anno, tre anni dopo. Il risultato è che Apple ha accettato di pagare 500 milioni di dollari di compensazione. Apparentemente però, il batterygate non è finito qui e la società è ricorda di nuovo all’uso dei soldi per risolvere il tutto.

 

Apple paga di nuovo a causa del batterygate

Secondo quanto riferito dal Washington Post, Apple pagherà altri 113 milioni di dollari nella speranza di raggiungere un secondo accordo amichevole che eviterà alla compagnia di dover affrontare altri tribunali che potrebbero portare a una multa ben più alta. Al tempo stesso però dovrà spiegare in modo dettaglio ai consumatori quello che succede dietro le quinte. Dovrà spiegare come avviene il monitoraggio della salute della batteria e come viene gestisca l’alimentazione. La spiegazione dovrà essere mostrato si sul sito web, ma anche sui singoli iPhone, ovvero i diretti interessati alla procedura.

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