IPTV: utenti in pericolo con la legge, ecco la pena da pagare

La lunga sosta del campionato di Serie A causata dall’emergenza Covid è oramai conclusa. Nel corso del prossimo fine settimana – con precisione dal 20 Giugno – le partite di calcio torneranno ad appassionare i tifosi. Con gli stadi a porte chiuse, l’unico metodo per seguire la propria squadra del cuore sarà abbonarsi a Sky e DAZN, anche se molti già si stanno attrezzando per utilizzare la tecnologia IPTV illegale.

 

IPTV, la funzione per chi segue la Serie A con il “pezzotto” è esemplare

Rispetto allo scorso anno, oggi i numeri del pezzotto sono molto ridimensionati. La tecnologia dello streaming illegale ha subito una frenata consistente nel nostro paese ed oggi sempre meno persone utilizzano tale sistema per guardare a costo zero i canali di Sky. Tuttavia, la ripartenza della Serie A potrebbe di nuovo scatenare il fenomeno dell’IPTV.

A caratterizzare l’IPTV, infatti, ci sono costi da ribasso rispetto ai prezzi dei regolari abbonamenti. Tuttavia, però, gli utenti che scelgono lo streaming illegale, con coscienza o meno, si espongono a due rischi che per nessun motivo devono essere sottovalutati.

La letteratura giuridica sulla questione IPTV è oramai nota. Tutti i trasgressori che beneficiano del segnale criptato dei canali Sky senza regolare abbonamento possono incorrere in una multa dal valore massimo che si attesta sui 30mila euro. Inoltre, l’IPTV nei casi più gravi è anche collegato ad un vero e proprio reato penale. Gli utenti, in questo caso, possono anche rischiare la reclusione per un periodo che va da un minimo di sei mesi ad un massimo di tre anni.

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