La procedura di pignoramento è radicalmente cambiata a seguito di una nuova direttiva del Fisco. L’Ente di Riscossione Crediti è ora legittimato a procedere in direzione del prelievo forzato nel caso in cui si impongano tre ipotesi di illecito finanziario. Non c’è più bisogno della mediazione di un Giudice con l’Agenzia delle Entrate che ha facoltà di procedere per via diretta dopo un lasciato avviso con termine di 60 giorni. Ecco i casi in cui è lecito aspettarsi il freeze del conto.
Conto corrente congelato: Fisco adotta una nuova linea di condotta contro gli evasori
Il tema della cosiddetta evasione fiscale torna al centro del dibattito dopo l’emergere di un debito pubblico davvero ingente. Un PIL preventivato in contrazione al 9% causa Coronavirus non fa ben sperare sull’adozione di un “guanto di velluto” contro i cattivi pagatori. Le misure si fanno più stringenti con il prelievo forzato del credito bancario.
Per tasse non pagate si incorre in una punizione esemplare che garantisce agli Agenti del Fisco la possibilità di esaminare i conti prelevando quanto spetta per onorare il debito. Una notifica di due mesi anticipa l’inevitabile conseguenza di un debito in attivo. La presenza di uno o più di questi fattori porta al congelamento del conto.
- saldo negativo: si verifica nel momento in cui la somma richiesta supera la liquidità complessiva disponibile. L’uso di tale conto è reso impossibile dal fatto che ogni accredito verrebbe pignorato automaticamente.
- conto con saldo nullo: In tal caso la somma utile a risanare il debito è pari alla somma complessiva disponibile.
- saldo superiore al debito: il conto rimane attivo e viene prelevata la cifra richiesta per onorare il debito contratto.
Saldi e movimenti saranno sottoposti ad accurata ispezione al fine di tirare le somme circa l’ammontare da corrispondere per il pagamento. Non c’è più scampo.