Siamo completamente avviluppati da un mondo digitale che se da un lato accorcia le distanze tra noi e l’informazione dall’altro da libero sfogo al proliferare di correnti di pensiero avulse dalla realtà in cui prevalgono, senza troppi complimenti, le cosiddette fake news. La bufala del momento verte sulla correlazione 5G – Coronavirus in merito alla quale sono sorti dei dissidi ideologici che hanno condotto a vere e proprie rappresaglie e colpi di testa da parte di manifestanti disinformati.
Secondo diverse ipotesi pare che il virus sia stato scatenato dall’installazione delle nuove antenne 5G. Nel Regno Unito, ad esempio, numerosi sono stati i tafferugli e le rimostranze contro le infrastrutture ritenute un pericolo per la salute. Ebbene noi, in quanto portatori dell’informazione documentata e verificata, possiamo dirvi che non esiste alcun fondato motivo per ritenere rischiosa tale tecnologia.
Fonti del calibro del Department for Digital, Culture, Media and Sport di Londra concedono una rassicurazione dopo gli studi fatti in merito al problema. Vi sono altre implicazioni di cui parleremo più avanti che confermano l’inattendibilità di questo nuovo movimento sovversivo contro i nuovi network.
“Siamo a conoscenza di informazioni inesatte condivise online sul 5G. Non c’è assolutamente nessuna prova credibile di un collegamento tra il 5G e il Coronavirus.”
Questo quanto è stato confermato. Ma scopriamo di più al riguardo.
Il 5G ha causato il Coronavirus: niente di più falso, ed ecco perché
Chi sta pensando di unirsi alla class action contro il 5G farebbe bene a valutare pro e contro delle proprie argomentazioni. In primo luogo non esiste alcuna prova documentale che la rete di nuova generazione possa avere alcuna correlazione logica diretta o indiretta con la comparsa del virus.
Questo a valle di una situazione che vede la compresenza di diversi fattori avversi all’opinione di pochi. Come prima cosa le frequenze 5G utilizzate attualmente sono le stesse del Digitale Terrestre che tutti quanti noi utilizziamo ormai da anni. Si tratta delle portanti a 700 MHz. Hanno una frequenza più alta rispetto al 4G eppure diverse analisi confermano che sarebbero addirittura meno rischiose rispetto all’LTE.
Secondariamente c’è da considerare la portata del problema. Credete che le reti 5G siano attive soltanto a Milano e dintorni? Città come Roma, Napoli, Bari e Matera sono state le prime a fornire il via libera alla sperimentazione in loco. Un semplice confronto sui dati degli infetti basta per comprendere quanto possano essere false le rivoltose dimostrazioni dei cittadini timorosi.
Piuttosto che gettare la colpa su un fenomeno tecnologico che invece porterebbe a diversi vantaggi nella gestione dei processi in ambito pubblico, privato e personale documentiamoci con oculatezza. Anziché gettare ingiustamente fango sulla tecnologia, che se usata bene può apportare soltanto vantaggi, valutiamo l’inquinamento indotto dalle fabbriche e dalle industrie che, invece, pare siano le responsabili del potenziamento del virus. Al Sud Italia, infatti, minore è l’incidenza di infetti dopo gli ultimi ragguagli sanitari che hanno correlato l’aumento dei casi del Coronavirus con l’uso di componenti chimiche industriali che inquinano l’aria con polveri sottili. Se proprio si vuole manifestare lo si può fare ma per una giusta causa. Chiediamo fabbriche ecologiche che non inquinino senza scadere nella disinformazione alimentata dagli infondati timori di poche persone.