IPTV e conseguenze: cosa rischia un utente italiano che usa la pirateria

La possibilità di vedere contenuti in streaming online ha decisamente messo a dura prova le pay-tv. Da sole, Mediaset e Sky detengono buona parte dei diritti televisivi, con milioni di utenti attivi, ma i costi degli abbonamenti a questi servizi sono spesso proibitivi, agendo così da deterrente per chi volesse sottoscrivere un contratto.

Per avere dei pacchetti abbastanza completi, infatti, i clienti arrivano a spendere mediamente intorno a 40/50 euro mensili: costi decisamente alti rispetto ad altri servizi, come quelli di streaming (vedi Netflix) che sono entrati da qualche anno nelle case degli italiani.

Purtroppo, la crescita esponenziale delle tariffe non ha fatto che allontanare potenziali acquirenti, senza che essi potessero ricorrere a soluzioni alternative, o almeno non nell’ambito della legalità. Esiste infatti un sito di streaming online, chiamato IPTV, che fornisce l’intero pacchetto Sky e tutti i programmi proposti da Mediaset Premium (inclusi gli eventi sportivi e le anteprime cinematografiche) alla modica cifra di 10 euro al mese. Una manna per chi dovrebbe spenderne almeno 30 in più al mese per poter accedere ad una sola delle due pay-tv.

IPTV: gli operatori si attivano contro chi ne fruisce, multe a centinaia di utenti

Il sito sfrutta delle falle nella security digitale dei due colossi, per diffonderne i programmi in maniera del tutto illegale. Cosa contro cui le due società si sono immediatamente attivate, firmando un accordo con la Polizia di Stato, per mettere fine a questi abusi e per monitorare congiuntamente i sistemi di sicurezza.

Però attenti: ora anche gli operatori “storici”, come Tim, Vodafone, Wind e Tre, potrebbero fare la loro parte in questa vicenda, comunicando alla Polizia Postale il nominativo dell’utente qualora dovessero riscontrare un utilizzo insolito di dati per lo streaming. In questo modo si riuscirebbe a individuare chi fa uso dello streaming illegale messo a punto da IPTV.

Tramite questo tipo di operazione, già lo scorso anno a Cagliari la Polizia Postale riuscì a sequestrare 9 portali tramite cui ben 89 server fornivano 178 terabyte di streaming, facendo rimbalzare il segnale delle pay-tv e fornendolo ai sottoscrittori di questi abbonamenti “taroccati”. Proprio nell’ambito di questa vicenda giudiziaria la Guardia di Finanza fece il punto della situazione, mostrando dati che attestavano la presenza di 2 milioni di fruitori dei vari servizi illegali, che causavano perdite per 300 milioni di euro.

Il coinvolgimento delle compagnie telefoniche potrà quindi essere decisivo, nel prossimo futuro, nell’intenzione di debellare il male dell’evasione fiscale attuata da questi siti IPTV. Un ulteriore incentivo a guardarsi bene dal sottoscrivere questo genere di abbonamenti.

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