Quasi 10 giorni fa, quando ancora l’emergenza coronavirus sembrava riguardare solamente pochi paesi, il social network Twitter è stata una delle prime aziende a chiedere ai propri dipendenti di lavorare da casa.

Ora, dopo la richiesta, il social network ha deciso di obbligare tutti i propri dipendenti ad approcciarsi con la formula smart working, in modo da mettere al sicuro anche le loro famiglie e la comunità intera. Scopriamo insieme tutti i dettagli.

 

Twitter obbliga i dipendenti a lavorare da casa

I collaboratori della piattaforma in tutto il mondo sono circa 4.900 e per loro non ci saranno penalizzazioni economiche, né per quelli assunti, né per coloro che prestano il proprio servizio a tempo determinato. Nel comunicato la piattaforma ha dichiarato la propria volontà di fornire rimborsi a tutti gli utenti che per seguire la direttiva, dovrà acquistare materiale o dispositivi. Altre aziende come Google, Apple, e Microsoft, hanno già attuato delle contromisure simili.

Secondo quanto ci risulta però, Twitter è la prima che impone l’obbligo assumendosene di conseguenza ogni responsabilità, anche a livello di investimento. L’azienda in questione, ad inizio marzo, è stata la prima a cancellare la propria partecipazione a SCSW, evento successivamente cancellato. Anche tutti i colloqui di lavoro verranno organizzati da remoto, come anche fatto da Google.

Tra le altre iniziative messe in campo dalla piattaforma per fare fronte al momento difficile troviamo aiuti verso tutti i dipendenti che sono genitori. Tutto questo in un momento non sicuramente facile per il gruppo, coronavirus a parte. Negli scorsi giorni l’azienda ha ufficializzato l’ingresso nella società di Elliott Management e Silver Lake, ma senza scossoni al vertice dell’organigramma, con il cofondatore Jack Dorsey che rimane sulla poltrona di CEO.

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