Il 2020 sarà caratterizzato da moltissime novità nell’ambito tecnologico. Su tutte, però, risalta l’arrivo del 5G, che determinerà una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle reti mobili e del concetto di connettività sviluppato fino ad oggi.

Per dar luogo a questo cambiamento epocale, gli operatori hanno investito risorse umane, energetiche e soprattutto economiche. I cinque operatori risultanti vincitori dell’asta per le frequenze 5G, ossia Tim, Vodafone, Wind-Tre, Fastweb e Iliad, hanno dovuto sborsare complessivamente 6,5 miliardi di euro per la realizzazione di questo progetto. In aggiunta, Tim e Vodafone hanno particolarmente spinto per essere aprifila in Italia di questo nuovo capitolo della storia della connettività, investendo ciascuna 2,4 miliardi di euro.

Come riusciranno gli operatori a compensare un tale esborso di denaro? E’ una domanda più che legittima, considerando anche che una recente stima avrebbe visto i guadagni dei gestori precipitare vertiginosamente negli ultimi anni, con perdite complessive di circa 11 miliardi – corrispondenti al 24-27% dei guadagni.

Sicuramente una prima strada sarà impostare dei costi importanti per i bundle 5G, come sta già avvenendo per Tim e Vodafone. Chi vorrà usufruirne, dovrà dunque pagare molto più di quanto non si sia stati abituati con la precedente connessione 4G. Inoltre anche le rimodulazioni in corso potranno rimpolpare le casse degli operatori.

Un’altra strategia, invece, potrebbe riguardare il taglio di fondi a tecnologie ormai obsolete per investire sulle nuove prospettive. Stiamo parlando dello switch off del 3G.

Addio 3G, nel prossimo futuro potrebbe arrivare lo switch off della connessione

Benché ancora non vi sia nulla di ufficiale, secondo alcune indiscrezioni e pareri aleggianti tra le dirigenze stesse delle società telco, questa potrebbe essere una strada percorribile nel prossimo futuro.

Naturalmente a monte di una simile decisione dovrebbe senza dubbio esserci un’estensione della copertura 4G, che attualmente risulta fallace in diverse aree territoriali italiane. Al tempo stesso, interrompere i finanziamenti ad una tecnologia ormai appartenente al passato potrebbe consentire di destinare in maniera più oculata le risorse economiche a disposizione.

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