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Le vicissitudini legate al Boeing 737 Max sono ormai note al mondo, ma quello che nessuno sa è che il sensore del sistema MCAS montato sul volo Lion Air 610 aveva già dato problemi su un altro velivolo. La Malindo Air, compagnia low cost della Malesia lo aveva infatti spedito in Florida per una riparazione già ad ottobre 2017. Questo per un comportamento anomalo segnalato dai piloti, che avevano osservato letture errate di velocità e altitudine.

Il sensore “P/N0861FL1, S/N 14488” gioca un ruolo fondamentale nel funzionamento del sistema anti-stallo, in quanto fornisce al pilota automatico le informazioni sul posizionamento del muso. Da questo ovviamente ne dovrebbe derivare l’adeguata correzione. Quel giorno non fu però così e a causa di quell’aletta, persero la vita 189 persone.

Boeing 737 Max: il sensore utilizzato nell’incidente era stato riparato

A fornirci le informazioni sull’accaduto sono proprio i documenti ufficiali e di spedizione. Il sensore difettoso partì infatti dalla Malesia il 20 ottobre 2017, alla volta di Miami, o più precisamente a Miramar. Qui sono infatti presenti i laboratori di riparazione Boeing, presso la Xtra Aerospace. Dopo una prima analisi la colpa delle letture sbagliate viene attribuita alla sporcizia e alla corrosione.

Il sensore, tecnicamente considerato operativo esce dal centro di riparazione in data 3 novembre 2017. Da qui inizia la tragica catena degli eventi che portò a quel maledetto giorno dell’incidente. Il 1 dicembre il sensore torna in possesso della Malindo Air, che il 22 dicembre lo recapita al centro manutenzione Lion Air a Batam City, in Indonesia.

A questo punto il sensore è pronto ad essere montato su un 737 Max. Questa operazione verrà effettuata qualche giorno dopo il 28 ottobre 2018, stando alle ricostruzioni. Ed è cosi che sul lato sinistro della fusoliera del Max 8 della Lion Air fu montata la causa del tragico incidente di qualche giorno dopo.

Le avvisaglie dei problemi al sensore erano già emerse in precedenza

Il 737 Max con matricola PK-LQP volò solo una volta prima del fatale schianto. Già in quell’occasione, sul volo JT43, i piloti avevano osservato un importante problema. Il sistema MCAS tendeva a portare il muso verso il basso, nonostante i dati forniti dal sensore indicassero un’incidenza perfetta. Il volo si concluse con un atterraggio senza troppi problemi a Giacarta.

E proprio da li, il 29 ottobre 2018 partì il volo JT610, che non atterrò mai. Dopo soli 12 minuti dal decollo, precisamente alle 6:32 del mattino scomparve dai radar, nonostante i 26 tentativi dei piloti di riportare su il muso del 737 Max. La cosa sconcertante è che il comandante non era a conoscenza del nuovo e complesso sistema anti-stallo, non sapendo quindi come agire nella condizione venutasi a creare.

Dalle scatole nere è emerso che solo il sensore riparato dalla Xtra Aerospace, quindi quello di sinistra ha restituito le letture errate. Purtroppo, solo pochi mesi dopo, un altro Boeing 737 Max precipitò per lo stesso motivo e con le stesse avvisaglie nei pressi di Addis Abeba, portando con se 157 persone innocenti.

FONTEcorriere
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