onde gravitazionali

Studi recenti su fenomeni estremi nello spazio come le onde gravitazionali hanno rivelato che i buchi neri non possono essere classificati come dei normali corpi celesti. Il perché sta nel fatto che non sono dotati di un campo magnetico o di altri fattori evidenti, paragonati dagli scienziati scherzosamente a capelli che tengono “ancorati” i buchi al tessuto spazio-temporale.

La teoria detta “no hair” inizialmente sviluppata da Einstein sosteneva proprio che i buchi neri non godono delle tre caratteristiche descrittive, ma si parla di loro solo per la rotazione e la massa. Nel 1973 il fisico John Wheeler seppe portare avanti la ricerca sulle onde gravitazionali emesse dallo scontro tra due buchi neri, poi misurate dagli interferometri Ligo e Virgo.

La ricerca pubblicata sulla rivista Physical Review Letters è frutto del alvoro dell’Università Stony Brook di New York, del MIT di Boston e del California Institute of Technology. Dalle analisi delle onde gravitazionali rilevate da Ligo si è confermato che un buco neroè completamente caratterizzato da massa e momento angolare”.

 

Onde gravitazionali: dalla prima scoperta a oggi

Probabilmente in futuro le nuove tecnologie di osservazione permetteranno di raffinare la ricerca sulle onde gravitazionali, e nei test attorno alla “teoria no hair” sarà decisivo l’aggiornamento delle tecnologie utili a osservazioni ancora più precise.

E tuttavia, dalla prima scoperta di quattro anni fa, sembra che le onde gravitazionali si manifestino quasi ogni settimana: una crescita esplosiva che sta aprendo una finestra su aspetti del cosmo prima non osservabili.

Le onde gravitazionali sono il frutto della collaborazione LIGO-Virgo nella rilevazione per la prima volta di queste increspature dello spazio-tempo. Oggi, il campo di ricerca è notevolmente cresciuto, e sembra che sono a decine gli eventi rilevati.

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