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Un team di astronomi della Cornell University è riuscito a misurare la velocità di rotazione di cinque buchi neri super massicci nell’Universo grazie al telescopio a raggi X Chandra della NASA. Questi mostri mangia stelle sono situati ai confini del cosmo a una distanza compresa tra i 10 e 11 miliardi di anni luce dalla Terra. E quando si parla di super massiccio, parliamo davvero di un oggetto celeste la cui massa è compresa tra 160 e 500 milioni di volte quella del Sole!

Con le attuali teorie astronomiche acquisite, la comunità scientifica è rimasta stupita dal fatto che la velocità di rotazione di uno dei buchi neri sfiora quella della luce in prossimità dell’orizzonte degli eventi, il cosiddetto punto di non ritorno. Invece, gli altri quattro buchi neri raggiungono circa metà della velocità del primo.

NASA: il calcolo della velocità di rotazione dei buchi neri

Ma come sono arrivati i ricercatori a misurare le velocità di rotazione di questi buchi neri posti a miliardi e miliardi di anni luce da noi? In realtà hanno usato un metodo ben conosciuto in astronomia, ovvero il fenomeno chiamato “lente gravitazionale“. Prima di arrivare a vedere quei buchi neri, c’è un intermezzo ricco di galassie che possono piegare e distorcere la luce funzionando come una lente di ingrandimento visibile dal telescopio della NASA.

Se riusciamo a isolare le immagini così ingrandite, gli oggetti posti a distanze siderali diventano così più semplici da osservare e studiare. Gli astronomi hanno usato i dati di Chandra e le lenti gravitazionali per studiare cinque quasar, ciascuno costituito da un buco nero super massiccio che consuma rapidamente materia proveniente da un disco di accrescimento circostante.

Quando un buco nero emette raggi X e altri fasci di energia da orbite molto strette e vicine al suo orizzonte degli eventi, è stato dimostrato che la loro velocità di rotazione deve essere molto alta.

FONTECornell University
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