L’Agenzia spaziale europea (ESA) ha pubblicato un video mostrando esperimenti condotti sulla Stazione spaziale internazionale con la Realtà Virtuale. L’obiettivo è ottenere una migliore comprensione di come gli organi sensoriali sono influenzati nello spazio.

Il titolo completo del progetto è French Gravitational References per Sensimotor Performance: Reaching and Grasping experiment (GRASP). Esso si concentra soprattutto sul ruolo della gravità nella coordinazione occhio-mano. Attraverso il GRASP, i ricercatori dietro lo studio sperano di fornire una guida completa agli astronauti. Inoltre, l’intento è anche migliorare l’efficacia con cui essi gestiscono le tecnologie veicolari e robotiche. Credono anche che la ricerca avrà un impatto significativo su come trattare i disturbi attraverso una serie di sintomi. In particolare, quelli associati a vertigini, capogiri, equilibrio, orientamento spaziale e altri disturbi legati al funzionamento dell’orecchio interno.

La Realtà Virtuale è ormai nota anche per l’utilizzo nello spazio, alcuni studi dimostrano i vari impatti che ne derivano

Il video mostra filmati di un astronauta, Alexander Gerst, che interagisce con la realtà virtuale galleggiando sulla stazione spaziale. Mentre il progetto più ampio si concentra sul sistema vestibolare più ampio, il punto centrale del video è l’impatto della gravità sul modo in cui gli esseri umani afferrano gli oggetti. Esperimenti simili sono eseguiti anche sulla terra per fare confronti. In tali versioni terrestri, i partecipanti si sdraiano, mentre gli astronauti devono essere legati per evitare di fluttuare a caso e pericolosamente nella stanza designata del laboratorio orbitale. In tutto il video, gli spettatori hanno qualche indicazione su ciò che Gerst sta vedendo attraverso l’auricolare e il tipo di interazioni intraprese. Nel caso di questa prova, l’astronauta interagisce con oggetti 3D in uno spazio virtuale simile a un tunnel.

I risultati dei test non saranno probabilmente noti fino a quando tutti questi non saranno stati completati. A riguardo l’ESA non ha fornito una tempistica, o almeno non ancora. Tuttavia, ci sono buone probabilità che, come con quasi tutti gli studi che si svolgono nelle aree esterne del campo gravitazionale della Terra, ciò che verrà appreso sarà ben oltre lo scopo iniziale della sperimentazione. Di seguito il video citato:

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