fake news
Scambiare messaggi su Whatsapp è estremamente facile: grazie al passaparola e ai gruppi broadcast, in poche ore si possono diffondere delle notizie… ma non sempre queste si rivelano veritiere. 

Uno di questi sfortunati casi è spettato a due giovani uomini indiani, Abijeet Nath e Nilotpal Das, i quali sono stati accusati, falsamente, di essere ladri di bambini. Attraverso delle catene di Sant’Antonio, poi, sono stati insultati e diffamati da molti utenti che disinformati si sono accaniti contro di loro.

Si è arrivati fino a una vera e propria esecuzione quando nella provincia di Assam, i due sono stati aggrediti e linciati da una folla composta da una ventina di individui.

Sfortunatamente, questo non è il primo caso di fake news legato ad app come Whatsapp e Telegram in quanto, una situazione simile si verificò nel 2013 quando un povero ragazzo disabile, Bijan Ebrahimi, venne accusato di essere un pedofilo per poi essere bruciato vivo davanti casa sua, nel Regno Unito.

Whatsapp: in aumento le fake news

Anche in Italia, si sono verificati casi di fake news, casi in cui la vittima non ha che la propria voce per difendersi vista la mancanza di un vero e proprio strumento di difesa contro la calunnia online. Con questo incipit, ci riferiamo a soggetti come Daniele Cereda, un ragazzo autistico che ha preso una posizione contro le campagne anti vaccino. Il povero si è visto costretto a cambiare più volte il suo account Facebook poiché la gente disonesta ha abusato degli strumenti di segnalazione nei suoi confronti, in maniera malevola e disonesta.

Purtroppo, grazie all’implementazione della crittografia dei messaggi, oggi risulta molto facile orchestrare dei piani malevoli nei confronti di persone verso cui non si prova simpatia. Finché, inoltre, il controllo dei contenuti sarà rilegato alla supervisione di intelligenze artificiali, non ci sarà mai una vera e propria sicurezza. È proprio riguardo questo ultimo punto che sorgono quesiti come  “con la crittografia dove finisce il diritto di privacy? Dove inizia la tutela della sicurezza?”. Va ricordato, inoltre, che queste applicazioni di messaggistica forniscono persino un aiuto ai terroristi, per la divulgazione dei loro materiali.

Trovare un buon compromesso come risposta alle domande su riportate non sarà facile e rappresenterà, sicuramente, uno degli obbiettivi dei prossimi anni.

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